“Servirebbe un modo più facile per la costruzione degli stadi, perché chi ha dei progetti è limitato dalla burocrazia. Noi abbiamo un’interlocuzione con il Sindaco e sarebbe bello acquistare l’Olimpico Grande Torino a condizioni simili a quelle della cessione del Delle Alpi alla Juventus”. Lo ha detto il presidente del Torino Urbano Cairo intervenuto nella puntata numero 692 de “La Politica nel Pallone”, trasmissione condotta da Emilio Mancuso su GR Parlamento. Il tema stadi è legato alla candidatura italiana per gli Europei del 2032: “Sarebbe importantissimo ottenere l’organizzazione del torneo, rappresenterebbe una spinta per tutto il paese”.
“Pirateria? Un miliardo perso ogni tre anni è una cifra folle, con quei soldi potremmo investire sui vivai e sugli stadi. Non chiedo al Governo finanziamenti, ma solo un aiuto per eliminare le cose che ci penalizzano in modo criminale, come l’emorragia derivante dalla pirateria”, ha proseguito Cairo, in merito alle parole del ministro per lo sport e i giovani Andrea Abodi su un intervento antipirateria. E sulle proposte di fondi e banche internazionali interessate a entrare in affari con la Serie A: “Bisogna valutare bene un finanziamento. Sono refrattario al debito, ma se c’è un grande progetto e qualcuno che lo sa eseguire allora si può anche fare. Ma servono le persone giuste e grande prudenza”.
“Sicuramente mi aspetto che Juric rimanga anche l’anno prossimo: stiamo ragionando sul rinnovo, ma comunque c’è tempo perché non è così urgente – ha proseguito Cairo parlando del Torino. Abbiamo 37 punti e siamo soddisfatti, siamo in una posizione nella quale possiamo avere qualche ambizione anche se non dobbiamo fare voli pindarici: mancano 12 partite, al momento un voto per il nostro campionato può essere 7+”.
Cairo parla anche delle scelte di mercato: “Abbiamo un ottimo scouting in giro per il mondo che ha portato giocatori molto interessanti – conclude – e abbiamo sostituito al meglio: Schuurs ha rimpiazzato Bremer così come Miranchuk e Vlasic sono arrivati al posto di Praet e Brekalo. Era difficile tenere tutti, anche perché nessuno viene per fare la panchina”.