Casini: «Per il calcio è arrivato il momento di cambiare»

“Credo sia arrivato il momento di trasformazione del mondo del calcio. Durante il recente convegno organizzato dal Financial Times si è parlato di calcio che rischia di incontrare la sindrome…

Serie A nuovo presidente
Lorenzo Casini (foto Calcio e Finanza)

“Credo sia arrivato il momento di trasformazione del mondo del calcio. Durante il recente convegno organizzato dal Financial Times si è parlato di calcio che rischia di incontrare la sindrome della Formula 1, perdendo attenzione e seguito: per questo bisogna migliorare il modo in cui viene percepito. Vedo i bambini alle scuole calcio che perdono tempo, lo vedono in tv e questo è un messaggio che va corretto. Così come i comportamenti anti-sportivi”. Lo ha detto il presidente della Lega Serie A Lorenzo Casini, intervenuto in un seminario all’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”.

“Ho tre riflessioni su calcio e diritto: la prima è di carattere generale, il caso dello sport è uno dei più interessanti del diritto che anticipa la realtà. Noi giuristi la inseguiamo, nel calcio le regole vanno scritte prima altrimenti non si può giocare. Quando si parla di sport e di calcio, abbiamo uno dei pochissimi esempi con la Chiesa di organizzazione con un ordinamento giuridico compiuto. La separazione dei poteri riguarda anche un’associazione privata, come diceva Norberto Bobbio”.

“Ho letto il libro di Guido Clemente di San Luca, c’è la storia delle partite del Napoli in prospettiva giuridica: c’è un passaggio in cui si sofferma sulla natura dell’arbitro, è un giudice oppure è un funzionario di polizia che applica le norme? Non per sembrare paciere, la mia posizione è che non sono così critico: dal punto di vista delle funzioni non c’è risoluzione delle controversie ma applicazione del regolamento”.

“Quante volte sentiamo i commentatori dire che gli arbitri sono fiscali? La regola o c’è o non c’è, pensiamo a quando un calciatore chiede un cartellino. Andrebbe ammonito. Mi è capitato di parlare con gli arbitri, se uno fa il gesto del VAR andrebbe ammonito ma è difficile che un arbitro arbitrerà la partita successiva se poi caccia questo giocatore mezz’ora dopo per un altro fallo da ammonizione”, ha concluso.