La Premier non cambia: sì alla “blackout rule” in futuro

La Premier League si prepara a mettere sul mercato i diritti televisivi nazionali per la prima volta dal 2018. Lo ha spiegato nella giornata di ieri – intervenendo al Business…

Premier League blackout rule
(Photo by Alex Pantling/Getty Images)

La Premier League si prepara a mettere sul mercato i diritti televisivi nazionali per la prima volta dal 2018. Lo ha spiegato nella giornata di ieri – intervenendo al Business of Football Summit – il CEO del massimo campionato di calcio inglese Richard Masters, che ha ribadito inoltre l’intenzione di puntare ancora sulla “blackout rule” anche per quanto riguarda il prossimo ciclo di diritti.

La Premier League si trova attualmente nella sua prima stagione del nuovo accordo triennale sui diritti tv siglato con Sky, BT e Amazon, oltre alla BBC. Gli accordi in questione originariamente erano validi per il ciclo 2019-2022, ma sono stati rinnovati durante la pandemia di Covid-19 per altre tre stagioni fino alla fine del 2024/25 e alle stesse condizioni, dopo che la lega ha ricevuto il via libera del Governo per prorogare le intese senza un nuovo bando di gara.

«Andremo sul mercato interno per la prima volta in sei anni nel terzo o quarto trimestre di quest’anno. Non andiamo sul mercato da quasi sei anni perché ci ha colpito la pandemia. Siamo sempre ottimisti sul processo interno. Non sappiamo cosa succederà. Quindi a tutte queste domande verrà data risposta entro la fine dell’anno… Sono molto ottimista riguardo alle nostre prospettive di crescita futura», ha commentato Masters.

Masters ha suggerito inoltre che la Premier League manterrà il suo supporto alla “blackout rule” del sabato per il prossimo ciclo, nonostante i rinnovati appelli ad abolire la regola. La controversa norma, confermata dalla Federcalcio inglese invocando l’articolo 48 dello statuto UEFA, vieta le trasmissioni in diretta di partite nazionali o estere tra le 14:45 e le 17:15 del sabato nel Regno Unito.

La regola ha lo scopo di incentivare i tifosi – impossibilitati a seguire i match in tv – ad andare allo stadio, anche per assistere a incontri delle serie inferiori. La “blackout rule” era stata infatti sospesa durante la pandemia, quando i tifosi non potevano assistere alle partite dal vivo, ma ora il progresso della tecnologia streaming ha portato a nuove richieste di revoca della regola.

«Siamo stati sempre sostenitori dell’articolo 48 per la Premier League e non vedo necessariamente un cambiamento nel breve termine», ha detto Masters. La English Football League – ente calcistico che organizza i tre campionati di rango immediatamente inferiore alla Premier League – ha valutato una spinta per revocare la “blackout rule”, ma per il momento non sembra esserci spazio di manovra in tal senso.