Negli ultimi giorni a Milano sono andati in scena diversi incontri relativi al progetto per un nuovo stadio, specialmente sponda Milan, con il proprietario del club rossonero, Gerry Cardinale, che ha prima fatto visita a Palazzo Marino al sindaco Giuseppe Sala, e poi si è recato al Palazzo della Regione per incontrare il neo rieletto presidente Attilio Fontana.
Sponda Inter sta prendendo sempre più piede la possibilità di costruirsi uno stadio in autonomia, stessa strada scelta dai rossoneri, ma fuori dal territorio di Milano e più precisamente nel comune di Rozzano.
Preso atto della volontà a lui direttamente espressa qualche giorno fa, il sindaco di Milano Beppe Sala, nel suo podcast “Buongiorno Milano” ha raccontato sin dall’inizio tutta la questione legata allo stadio di San Siro e al progetto, ancora in piedi, del nuovo impianto che vedrebbe Inter e Milan ancora insieme e nella stessa zona della città.
«È lunga storia – dichiara Sala -, che inizia con il cambio di proprietà di Milan e Inter. Le gestioni precedenti erano state decisamente longeve, una ventina d’anni Berlusconi, 16 anni Moratti. E più disponibili a sobbarcarsi i gravosi oneri connessi alla gestione di club del genere. Per le nuove proprietà l’attenzione ai bilanci si è fatta più stringente e nella loro testa la questione nuovo stadio significa due cose fondamentali: uno, la possibilità di aumentare i ricavi, due, la consapevolezza che un club calcistico lo puoi cedere, quando è il momento di cederlo, più facilmente se questo club ha uno stadio di proprietà o se ha almeno un progetto approvato dal Comune per realizzarne uno nuovo».
«Quando Inter e Milan sono venuti da me per parlare di un nuovo stadio, io ho subito proposto loro di avviare una grande ristrutturazione di San Siro, essendo assolutamente disponibile a cedere loro la proprietà dello stadio, ma devo dare atto alle società che in maniera molto netta hanno detto che non era un’opzione che potevamo considerare», ha aggiunto Sala nel suo podcast.
Da lì si è partiti con il progetto di un nuovo stadio nell’area di San Siro per farlo sorgere accanto al Meazza che sarebbe stato abbattuto: «È innegabile che il percorso ha preso molto tempo, da un lato per la procedura amministrativa, le verifiche tecniche e i pareri da acquisire, dall’altro perché le squadre all’inizio hanno chiesto diritti volumetrici, ergo la possibilità di costruire hotel, uffici, centri commerciali non compatibili con le regole del Comune. Certo, ad essere onesti non possiamo ignorare che una parte del Consiglio comunale, anche dalla mia parte politica, il nuovo stadio non l’ha mai veramente voluto, soprattutto se la cosa dovesse comportare il sacrificio del vecchio stadio».
«Per cui una volta la questione era che il vecchio San Siro non doveva essere abbattuto, poi le continue richieste alle società di miglioramenti del progetto, dalla distanza dalla case alla capienza e ancora altro, frutto del dibattito pubblico e delle delibere del consiglio comunale, e così via. Anche questa è una verità storica. Come è una verità è il fatto che a oggi le società non ci hanno formalmente comunicato la rinuncia al progetto sui cui hanno lavorato insieme nell’ultimo periodo, cioè un nuovo stadio nell’area di San Siro che per una questione di spazi prevederebbe comunque l’abbattimento del Meazza, la procedura è ancora in atto e le società devono risponderci formalmente».
La volontà del Milan è poi cambiata: «Nel frattempo, però, il Milan ha fatto un passo preciso. Pur in maniera informale ci ha comunicato che sta valutando una nuova opzione, sita nell’area chiamata La Maura. Questa nuova ipotesi di localizzazione significa due cose: primo, andare a costruire su un altro terreno, questa volta privato e non pubblico, secondo, sganciarsi dall’Inter. La proprietà del Milan mi ha comunicato che necessita di tre settimane per studiare un master plan su La Maura, che riguarderebbe solo lo stadio e Casa Milan, non altre costruzioni».
«E l’Inter cosa farà? Si fa filtrare un’ipotesi di localizzazione fuori Milano, ma io non ho avuto nessuna conferma. Quello che vorrei fosse chiaro è che nessuno li manda via da San Siro. Però non certo posso certo sostituirmi a loro su decisioni che riguardano il loro futuro. Credo che alla fine ci sia una sola grande certezza: Milan e Inter non vogliono più stare a San Siro e nessuno può costringerle a ristrutturarlo, per me è doveroso impegnarmi fino in fondo perché si trovi una soluzione alternativa nel comune di Milano. Poi se per qualsiasi motivo questo non accadrà, voglio essere tranquillo nel pensare che ho fatto veramente tutto il possibile perché ciò avvenisse».