Sono stati due giorni molto movimentati in GEDI, il gruppo editoriale che fa capo a Exor, la holding della famiglia Agnelli-Elkann (azionista di maggioranza tra le altre della Juventus), ma sembra non essere finita qui fra tensioni di una cessione di massa e smentite ufficiali.
Come riportato dall’edizione odierna di MF-Milano e Finanza, l’investment bank di Conegliano Finint ha ricevuto il mandato da una cordata di industriali, che dovrebbero essere veneti, friulani e lombardi, per una valutazione degli asset che fanno riferimento all’area di Nordest, che GEDI potrebbe cedere.
Si tratta di testate storiche come Il Mattino di Padova, La Nuova di Venezia, La Tribuna di Treviso, Il Corriere delle Alpi, Il Messaggero Veneto e Il Piccolo di Trieste, a cui si è aggiunta per ultima anche la Gazzetta di Mantova, giornale che in un primo momento pareva escluso dal perimetro della cessione.
La richiesta del gruppo di imprenditori è, non solo capire lo stato di salute delle varie testate locali, ma soprattutto il livello di redditività futura di ogni singolo asset così di avere un quadro completo prima di procedere con un dialogo formale con GEDI.
Al momento siamo in una fase molto embrionale della questione e abbastanza lontani dalla formulazione di un’offerta formale, visto che non è ancora stata aperta la due diligence che permetterebbe una valutazione completa del pacchetto di giornali. Inoltre, sembra che GEDI non abbia ancora fornito la documentazione necessaria per dare il via alla due diligence.
Si tratta quindi ancora di un interesse da parte di questa cordata di imprenditori del nord che potrebbero replicare l’operazione portata a termini da quelli toscani, romani e abruzzesi che nel 2020 acquistarono da GEDI Il Tirreno in Toscana, le Gazzette di Modena e Reggio e la Nuova Ferrara in Emilia-Romagna.
Sono tante le voci, invece, che provano a identificare gli industriali che compongono la cordata interessata ai giornali. Tra i nomi era emerso anche quello di Stevanato Group, ma lo stesso gruppo, attraverso il Presidente Esecutivo Franco Stevanato, specifica di non aver avanzato alcun interesse nei confronti dell’operazione, tanto meno di essere parte della cordata di industriali coinvolti. Pertanto, il Gruppo smentisce tutte le notizie e le indiscrezioni apparse oggi su un possibile interessamento, come acquirente, nei confronti del gruppo editoriale in questione.