Nonostante San Siro come opzione principale e l’ipotesi di una terza strada che porta a Rozzano, lo stadio a Sesto San Giovanni per Milan e Inter è sempre una possibilità. Lo è dal 2017 quando a guidare i rossoneri c’era anche Barbara Berlusconi, ma adesso bisogna stringere i tempi se uno dei due club è davvero disposto a veder sorgere il nuovo impianto nell’area dove si trovavano le acciaierie Falck.
Come riporta La Gazzetta dello Sport, pur essendo un area privata, quindi soggetta a una burocrazia leggermente diversa, i tempi per un’eventuale stadio sarebbero comunque di due anni fra approvazione, partenza dell’iter, e posa della prima pietra. Il sindaco Roberto Di Stefano, primo cittadino di Sesto appena rieletto per il secondo mandato, ha sempre aperto le porte ai due club, specialmente al Milan, quello dei due più disposto a investire, anche da solo, per un nuovo stadio.
I colloqui portati avanti in maniera privata dal presidente rossonero Paolo Scaroni e la visita, nei giorni della festa Scudetto della scorsa stagione, del proprietario del club rossonero Gerry Cardinale dimostrano un’interesse sempre vivo del Milan per Sesto, che deve essere però concretizzato.
Come ammesso da Di Stefano lo scorso maggio, «saremmo pronti da subito. L’area è privata e il suo proprietario è d’accordo sulla cessione, l’amministrazione comunale è concorde». Per poi aggiungere di recente: «Se il Milan decidesse tra marzo e aprile, per noi sarebbe perfetto. Dobbiamo uscire a breve con il bando delle opere pubbliche a scomputo oneri sulle aree Falck e sì, possiamo aspettare il Milan. Se loro scegliessero Sesto, noi usciremmo a ruota. Se si aspettasse, la situazione si complicherebbe».
Insomma è arrivato il tempo di decidere: rimanere ancorati al progetto del nuovo San Siro con Inter e Milan a braccetto o rossoneri da soli a Sesto San Giovanni, senza dimenticare la terza opzione. La soluzione però non può essere quella che vedrebbe le due società traslocare insieme a Sesto San Giovanni, parola del primo cittadino: «Il modello a due squadre a livello internazionale non regge. Nessun club lo ha mai fatto».
Se Sesto sarà, la questione non verterà ovviamente solo sulla costruzione di un impianto da 60-70mila persone per il calcio, ma c’è da considerare la viabilità, i parcheggi, un museo, le aree commerciali nelle zone circostanti. Sull’area delle Falck sono già state effettuate opere di demolizione e bonifica e questo, per un Milan che corre, è certamente un vantaggio.
Sesto San Giovanni è una città di oltre 80mila abitanti a nord di Milano. Con la metropolitana, in poco più di un quarto d’ora si arriva in piazza Duomo e – questo è uno dei cavalli di battaglia del progetto – con Milano c’è sostanziale continuità. La soluzione a nord della città permetterebbe di raccogliere i tifosi da Monza, Bergamo, Brescia, Varese, zone ad altra concentrazione milanista, e non lontano dall’eventuale stadio è stata progettata la Città della Salute, maxi-polo sanitario pensato nelle aree Falck.