Massimo due mesi per la scelta sul nuovo stadio. E’ questo il tempo che si è dato il Milan, che entro la fine di marzo, massimo in aprile, deciderà se rimanere a San Siro con l’Inter o trasferire il progetto del nuovo impianto. Magari a Sesto San Giovanni, che guadagna punti con il passare delle settimane ed è in pole, in attesa dell’incontro tra rossoneri e nerazzurri.
Nel frattempo, scrive La Gazzetta dello Sport, spunta però una terza opzione (già anticipata dal presidente rossonero Paolo Scaroni) che porta nell’hinterland milanese ma in zona sud, nel comune di Rozzano. Il Milan ha studiato e sta ancora studiando la possibilità di costruire lì il nuovo stadio in solitaria, in un’area non comunale ma privata.
Rozzano soddisferebbe alcuni dei requisiti richiesti per la costruzione di un impianto da grande club. Al momento la soluzione si piazza in seconda fila, assieme alla vecchia ipotesi di San Donato – per i non milanesi, in zona sud-est – che è stata considerata anche in queste settimane. Ogni area ha pregi e difetti ma San Siro e Sesto San Giovanni restano le ipotesi più concrete.
Il Milan, insomma, ha fretta e vuole mettere pressione sia sul Comune di Milano sia sull’Inter. Per questo Sesto San Giovanni, disposto ad accelerare assieme al Milan, ora potrebbe essere favorito su San Siro, che ha più fascino ma anche una situazione politica molto complicata, soprattutto per la questione del vincolo del Meazza.
Al netto però dell’impianto esistente, bisogna vedere dove porterà il dialogo con il Comune di Milano. A fine dicembre ai club è stato chiesto che lo stadio a San Siro abbia 70mila posti, che i biglietti non subiscano un aumento eccessivo, che il verde costituisca il 50% dell’intera zona e venga investita una quota di almeno 40 milioni per la riqualificazione dell’intero quartiere, oltre ad allontanare la struttura dalle case di via Tesio. Difficile dire – per ora – se si riuscirà a trovare un accordo.