La difesa della Juventus al Coni: inammissibilità e intercettazioni

La Juventus impugnerà davanti al Collegio di Garanzia dello Sport la sentenza della Corte d’Appello federale che venerdì scorso l’ha condannata a 15 punti di penalizzazione. Per capire come si…

Juventus Borsa 25 aprile
Il logo della Juventus (Photo credit should read MARCO BERTORELLO/AFP via Getty Images)

La Juventus impugnerà davanti al Collegio di Garanzia dello Sport la sentenza della Corte d’Appello federale che venerdì scorso l’ha condannata a 15 punti di penalizzazione. Per capire come si muoverà il club bisognerà attendere le motivazioni della sentenza, che verranno pubblicate entro il 30 gennaio, e sulle quali si baserà la linea difensiva degli avvocati Maurizio Bellacosa, Davide Sangiorgio e Nicola Apa.

Come riporta La Gazzetta dello Sport, il primo round si giocherà sulla legittimità. Il Collegio di Garanzia dello Sport al Coni infatti si esprime solo sulla violazione di norme di diritto: decide sulla forma e non sul merito, ovvero può annullare la sentenza, confermarla o rinviare il giudizio alla Corte per un nuovo processo. Successivamente, la Juve potrà ricorrere al TAR del Lazio e quindi al Consiglio di Stato.

In Appello il nodo è sull’ammissibilità della revocazione che ha portato al nuovo processo sulle plusvalenze. Secondo i legali della Juventus la Procura avrebbe ecceduto i termini per presentare la richiesta: gli atti non sarebbero stati ricevuti dalla Federcalcio il 24 novembre ma il 27 ottobre, mentre la richiesta di Chiné è stata firmata il 22 dicembre, quindi più di 30 giorni dopo, oltre il limite stabilito dal codice di giustizia sportiva.

La Juventus aspetta anche di capire perché è stata punita solo lei e non gli altri club coinvolti e contesta la lettura da parte della Procura delle intercettazioni. Nella memoria difensiva sostiene che nella conversazione del 29 luglio 2021 tra Fabio Paratici, già al Tottenham, e Federico Cherubini il significato «è l’opposto rispetto alla tesi dell’accusa» per cui «la politica degli “scambi dei calciatori non era dettata da ragioni di natura tecnica, ma intenzionalmente finalizzata a creare predeterminati ricavi e corrispondenti costi capitalizzati da iscrivere in bilancio”».

Per i legali del club l’ascolto integrale del dialogo farebbe emergere in «maniera ancora più palese» come sia «tutta incentrata su questioni di natura tecnica». Inoltre, non sarebbe stata considerata una conversazione rilevante tra Cherubini e Bertola, ex dirigente Juve, in cui quest’ultimo dice: «Non c’è nessun intento doloso. Se loro stanno cercando quello non troveranno nulla».