Per la riapertura del processo e la decisione sui 15 punti di penalizzazione alla Juventus, il capo della Procura federale Giuseppe Chiné ha dovuto portare all’attenzione della Corte d’Appello diversi nuovi elementi probatori a carico del club bianconero. Sono cinque, scrive La Gazzetta dello Sport, i punti su cui si è soffermata la Procura per questa nuova decisione.
Il primo riguarda il cosiddetto “libro nero di Fabio Paratici”, dove alla domanda «come siamo arrivati qui?», si legge questa risposta di Cherubini: «Acquisti senza senso e investimenti fuori portata» e anche «utilizzo eccessivo di plusvalenze artificiali». Per Chiné si tratta di un «atto di natura confessoria di Cherubini» sul modus operandi di Paratici, perché «non si parla di plusvalenze, che sono legittime, ma di plusvalenze artificiali, decise a tavolino». Per il procuratore la Juve faceva tante operazioni a specchio per creare «un beneficio immediato».
Secondo punto, l’intercettazione della conversazione telefonica del 6 settembre 2021 tra John Elkann e Andrea Agnelli, in cui l’ex presidente dice: «Abbiamo fatto un ricorso eccessivo allo strumento delle plusvalenze. Se ti crolla il mercato ti crolla il mercato, questo è un dato di fatto». Chiné parla di «valenza confessoria straordinaria», perché la Juve dopo il Covid si è trovata «con le scorie della plusvalenza fittizia e Agnelli lo riconosce».
Il terzo punto è l’intercettazione di settembre 2021 tra Maurizio Arrivabene e Agnelli. Il primo dice: «L’aumento di capitale non è servito ad andare sul mercato, ma a coprire una situazione estremamente negativa dal punto di vista finanziario». E il secondo: «Sì, ma non è solo il Covid e questo lo sappiamo bene, perché noi abbiamo due elementi fondamentali: da un lato il Covid, ma dall’altro abbiamo ingolfato la macchina con ammortamenti e soprattutto la merda…». Per Chiné il riferimento è alle “plusvalenze fittizie” con il carico di ammortamenti sui nuovi acquisti.
Il quarto fatto nuovo è quanto emerge da un documento sequestrato negli uffici dell’avvocato Cesare Gabasio: «una pianificazione a tavolino delle plusvalenze che la Juventus doveva fare entro il 30 giugno 2020», ovvero uno dei bilanci sotto indagine. Chiné evidenzia importi decisi a tavolino «in cui l’aspetto tecnico era inesistente».
Infine, il quinto elemento è la delibera della Consob (Commissione nazionale per le società e la Borsa), in cui si legge che dalla propria attività ispettiva è emerso che tutte le operazioni sono state concluse in modo contemporaneo, coordinato con la controparte e senza corrispettivo di denaro.