Oggi pomeriggio si saprà se il Consiglio comunale di Milano, e quindi il sindaco Beppe Sala, avrà i numeri per andare avanti con il progetto del nuovo San Siro. La maggioranza che fa capo a numero uno di Palazzo Marino è spaccata, quindi per essere approvato l’ordine del giorno, che prevede modifiche al masterplan di Inter e Milan, serve un aiuto dall’opposizione di centro-destra.
Come riporta l’edizione milanese de La Repubblica, dei 31 consiglieri, il fronte del no è composto da nove elementi che sembrano essere sempre più convinti nell’andare contro la proposta di costruzione dello stadio e specialmente contro la demolizione dell’attuale stadio Giuseppe Meazza.
Contrari alla proposta, e che quasi certamente voteranno no, sono i Verdi Carlo Monguzzi, Francesca Cucchiara e Tommaso Gorini, i dem Alessandro Giungi, Simonetta d’Amico e Rosario Pantaleo (che presenterà due suoi interventi contro l’abbattimento del Meazza), Gabriele Rabaiotti ed Enrico Fedrighini della lista Sala, Marco Fumagalli di Milano in Salute. Qualcuno di loro come Rabaiotti e Fumagalli uscirà probabilmente dall’aula.
Con questa situazione la maggioranza non ha i numeri per approvare l’ordine del giorno e quindi servirebbe per forza di cose un aiuto dalla minoranza. Detto che Fratelli di Italia voterà contro, Lega e Forza Italia decideranno all’ultimo minuto disponibile, con sullo sfondo la possibilità di mettere spalle al muro la maggioranza, il che rappresenterebbe una vittoria politica non di poco conto. «Non è un odg su stadio sì o stadio no, noi lo stadio lo vogliamo – spiega la consigliera nonché coordinatrice cittadina del Carroccio Silvia Sardone – e i litigi in casa sinistra sono affari loro».
Il documento, presentato da Filippo Barberis, Bruno Ceccarelli (Pd), Giulia Pastorella (Riformisti) e Marco Mazzei (lista Sala) è diviso in 5 punti e invita il sindaco ad adottare cambiamenti non di poco conto: «Garantire la natura popolare di accesso allo stadio» attraverso un «aumento della capienza con particolare attenzione ai settori con biglietti a basso costo». Un numero di posti, dunque, che dovrebbe passare dai 60 mila previsti a 70-80mila. «Prevedere un consistente aumento del verde fruibile rispetto alla situazione attuale in modo che rappresenti almeno il 50 per cento di superficie rispetto al totale dell’area oggetto di intervento».
Oggi l’area è a verde per il 18% e le squadre hanno indicato nel 30 loro obiettivo. Quantificare in 40 milioni di euro almeno gli interventi che, tra oneri di urbanizzazione ed extra oneri, ricadranno sul quartiere di San Siro, al di fuori però dell’area specifica interessata dalla trasformazione. Garantire, infine, la «neutralità carbonica» e la «minimizzazione dell’impatto ambientale» dell’operazione, diminuendo, ad esempio, i parcheggi per «attrarre più persone che automobili» . E «prevedere il maggior distanziamento possibile del nuovo stadio dalle abitazioni di via Tesio».
Soprattutto su verde e investimenti nel quartiere le modifiche sono sostanziali. Inter e Milan ne sono a conoscenza, ma prima di esporsi vogliono capire cosa accadrà oggi in Consiglio. Il sindaco Sala non ha previsto alcun intervento, ma dovrebbe essere presente in aula, nonostante non abbia diritto di voto. Le due società, specialmente quella rossonera, stanno portando avanti i contatti che poterebbero a una divisione dei due club, con i nerazzurri che rimarrebbero a San Siro e il Milan che traslocherebbe a Sesto San Giovanni o a San Donato. Tutte ipotesi presenti da tempo sul tavolo e che oggi potrebbero tornare prepotentemente in voga.