Il caso DigitalBits che continua a imbarazzare l'Inter

L’Inter ha trovato il successore di DigitalBits. Non sulla maglia, in realtà, ma sulla manica: è di ieri la notizia infatti dell’accordo con eBay, nuovo sponsor di manica in un…

Reggina Inter in streaming gratis
(Foto: Alessandro Sabattini/Getty Images)

L’Inter ha trovato il successore di DigitalBits. Non sulla maglia, in realtà, ma sulla manica: è di ieri la notizia infatti dell’accordo con eBay, nuovo sponsor di manica in un contratto da 5 milioni di euro (cioè gli 1,5 milioni che già versava come official eCommerce più 3,5 milioni aggiuntivi di fatto) a stagione, andando a riempire un vuoto lasciato proprio da DigitalBits, che l’anno scorso compariva sul braccio dei calciatori nerazzurri.

Si tratta di un palliativo, rispetto al flop della situazione con la piattaforma cripto. Al momento infatti continuano a mancare 17,6 milioni non pagati da parte di DigitalBits: dopo aver versato 5,1 milioni per la stagione 2021/22, non sono arrivati 1,6 milioni come bonus per la passata annata e sono saltati i primi due pagamenti nella nuova stagione per 16 milioni, con un totale di 17,6 milioni mancanti in cassa.

Ora continuano le ricerche per un nuovo brand da porre sulla maglia, con diverse ipotesi sul tavolo. Ma non andrà dimenticato il consiglio dell’agenzia di rating Standard and Poor’s: «Prevediamo che l’attuale contesto economico richiederebbe anche una completa due diligence e una solida comprensione della qualità del credito dei potenziali partner di sponsorizzazione», ha scritto S&P comunicando la possibile revisione del rating del club nerazzurro.

Serve in sostanza fare maggiore attenzione con il nuovo sponsor, vista la portata del danno dall’affare Digitalbits, considerando anche quanto brucia il club nerazzurro a livello di liquidità. Difficilmente, oltre ai 17 milioni già mancanti, arriverà la terza rata da ulteriori 8 milioni per il 2022/23, come altrettanto difficilmente l’Inter vedrà gli altri 50 milioni da contratto attesi nelle prossime due stagioni per lo sponsor di maglia da DigitalBits.

Sulla nostra testata eravamo stati tra i primi a sottolineare la positiva svolta tecnologica per i nerazzurri sul fronte commerciale: il momento, d’altronde, era quello migliore per le criptovalute, alle prese con grande liquidità visto che erano tra le poche ad aver superato brillantemente la crisi legata alla pandemia. In quanto giornalisti, non abbiamo accesso a tutti i contratti: c’è chi se ne dovrebbe occupare soprattutto in termini di garanzie sulla possibilità che il nuovo sponsor possa effettivamente pagare e a quanto pare non lo ha fatto. Un tema in cui invece ad oggi in casa Roma sono riusciti a fare meglio, visto che DigitalBits resta tra i partner più in vista per il club giallorosso e che al momento non sono segnalati problemi in termini di pagamenti. Il crollo delle criptovalute ha colto tutti di sorpresa, chiaro, ma non può bastare come giustificazione.

C’è anche chi dice che la scelta finale, viste le cifre in ballo, sia ricaduta sul presidente Steven Zhang nonostante dalla dirigenza in molti avessero sottolineato i potenziali rischi, motivo per cui alla fine tutti sono rimasti al proprio posto. Sta di fatto che l’Inter dopo sei mesi dall’esplosione del problema si ritrova con la beffa di dare ancora visibilità (non è chiaro fino a quando) a uno sponsor che non ha ancora pagato nemmeno un euro in un contratto da 80 milioni complessivi.