Il caso D’Onofrio non accenna a sgonfiarsi, anzi, più vanno avanti i giorni e più sembra espandersi a macchia d’olio, coinvolgendo anche figure del passato. Come racconta La Gazzetta dello Sport, ora il bersaglio è sulle spalle del presidente dell’AIA, Alfredo Trentalange al quale si è rivolto ora anche l’ex presidente dell’associazione Marcello Nicchi.
Nicchi, che ha occupato la carica di presidente dell’AIA prima di Trentalange, ha accusato quest’ultimo con una dura lettera rivolta a lui e al Comitato nazionale. Lo spunto sono le dichiarazioni che l’attuale numero uno dell’Associazione Italiana Arbitri ha fatto in una recente riunione con i presidenti dei comitati regionali e sezionali, in particolare il passaggio in cui Trentalange ha sottolineato che D’Onofrio è stato nominato componente della Commissione disciplina nazionale nel 2009 sotto la gestione del presidente Nicchi.
La risposta dello stesso Nicchi non si è fatta attendere. L’ex presidente dell’AIA, ha affermato come quella di Trentalange sia una «verità parziale» rivendicando la necessità di «trasparenza» e nella lettera firmata anche dai presenti nel Comitato di allora, precisa rivolgendosi a Trentalange, «che nella riunione del marzo 2009, il nominativo di Rosario D’Onofrio, presentato come ufficiale dell’Esercito, fu da te proposto» e «che prima della tua segnalazione nessuno di noi, tranne il componente Iori, lo conosceva, ma neppure l’aveva sentito nominare per pregresse attività nell’Associazione. Iori espresse riserve sulla tua proposta, che fu decisa la nomina dell’associato D’Onofrio in posizioni non apicali» e «che tale decisione fu deliberata all’unanimità e quindi anche con il tuo voto».
Precisazioni, con tanto di spiegazione e narrazioni degli eventi, con cui Nicchi risponde alle affermazioni precedenti di Trentalange. La FIGC, che nel frattempo ha riportato la giustizia arbitrale sotto il proprio controllo, registra anche questa nuova puntata della querelle arbitrale e, intanto, studia il fascicolo arrivato dall’AIA, con la propria versione dei fatti, con il procuratore federale Chinè che sta studiando anche le carte arrivate dalla Procura di Milano con l’idea che possano rivelare qualcosa di importante anche sul fronte sportivo. Si pensa, ora, che in una decina di giorni il quadro dovrebbe essere chiaro.
Intanto, nella giornata di domenica, il Comitato nazionale ha revocato a D’Onofrio la qualifica di Arbitro Benemerito, così come il premio Lo Bello consegnato all’ex ufficiale lo scorso luglio. Deliberata anche la revoca del ruolo di procuratore arbitrale (le dimissioni annunciate più di una settimana fa pare siano “in attesa di perfezionamento”), le cui funzioni pro-tempore sono state assegnate al viceprocuratore Albergotti.
Un passo indietro, invece, per quanto riguarda il commissariamento della sezione di Cinisello Balsamo, quella di D’Onofrio, con il presidente Giuseppe Esposito che verrà deferito, visto che sapeva delle accuse rivolte a D’Onofrio e non ha riferito all’AIA.