Domenica 20 novembre prenderanno il via i Mondiali di calcio in Qatar e, per la Rai, sono in partenza un centinaio di persone. «Tra le 80 e le 100», sottolinea l’edizione odierna de Il Fatto Quotidiano. Ci saranno giornalisti, tecnici, maestranze e impiegati, un numero che alcuni hanno giudicato eccessivo considerando l’assenza dell’Italia di Roberto Mancini.
C’è chi invece considera le cifre adeguate, considerando che tutte le 64 partite del Mondiale – costate 150-160 milioni, più i costi di produzione – saranno trasmesse in diretta dalla tv pubblica. Qualche giorno fa la concorrenza, nei panni di Pier Silvio Berlusconi, aveva sentenziato: «Duecento milioni di investimenti tra tutto, più i costi di produzione: che senso ha? È servizio pubblico?», le parole dell’AD di Mediaset.
Quando venne fatta la gara, nel 2021, naturalmente non si poteva sapere che la Nazionale azzurra non si sarebbe qualificata. Ma quell’assegnazione scontò il precedente: i Mondiali di Russia 2018 che, anche senza Azzurri, per Mediaset furono un successo in termini di share, con i diritti pagati molto meno: 78 milioni di euro.
Quindi la Rai, per non restare di nuovo scottata, ha fatto di tutto per aggiudicarsi Qatar 2022. La critica che qualcuno rivolge a Carlo Fuortes è che qualche partita si poteva cedere in subappalto, recuperando così un po’ di soldi, cosa che invece non è accaduta.