Malagò, archiviate le accuse su diritti tv ed elezione Micciché

Le accuse nei confronti del presidente del Coni Giovanni Malagò sono state archiviate. Lo hanno saputo in questi giorni i suoi legali nell’ambito dell’inchiesta che riguardava i diritti televisivi e…

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(Foto: ANDREAS SOLARO/AFP via Getty Images)

Le accuse nei confronti del presidente del Coni Giovanni Malagò sono state archiviate. Lo hanno saputo in questi giorni i suoi legali nell’ambito dell’inchiesta che riguardava i diritti televisivi e l’elezione di Gaetano Miccichè a presidente della Lega di Serie A.

Una conclusione, come riferisce La Repubblica, già decisa a maggio dal gip Chiara Valori, ma comunicata solo in questi giorni ai legali degli interessati. Date le «relazioni strettissime tra i decisori dell’assegnazione dei diritti e gli aggiudicatari finali – si legge nel dispositivo del gip che concorda appieno con le conclusioni della Procura nell’indagine del procuratore aggiunto Maurizio Romanelli e dei sostituti Paolo Filippini e Giovanni Polizzi -, allo stato gli elementi non appaiono sufficienti per promuovere l’azione penale in relazione all’ipotesi corruttiva». «Difetta la prova» scrive infatti la gip. Niente soldi, niente corruzione.

Stesso discorso anche sul falso che avrebbe portato all’elezione di Miccichè. «Non appare configurabile – scrive il gip – il reato e ciò a prescindere dalla effettiva possibilità di dimostrare che la nomina a presidente – indubbiamente agevolata da Malagò – fosse stata funzionale a favorire Sky nella procedura di aggiudicazione, a fronte di un’indebita remunerazione. Il verbale dell’assemblea di Lega per quanto riporti evidenti irregolarità non può dirsi falso e corrisponde a quanto realmente accaduto».

A proposito di questa indagine, nella giornata di ieri sono emerse intercettazioni nelle quali Malagò definiva come «delinquenti» i presidenti dei club di Serie A, con attacchi su diversi fronti: dall’ex presidente del Genoa Enrico Preziosi, al presidente della Lazio Claudio Lotito, passando per le critiche a Juventus e Roma, definiti nelle intercettazioni come club «amici».