Nel 2022 lo sport italiano ha ricevuto 288 milioni di euro di finanziamento pubblico: lo Stato mette i soldi, il Coni decide a chi darli, Sport e Salute (società per azioni del Mef) come suddividerli. Alle 45 federazioni sportive – spiega Il Corriere della Sera – vanno 264 milioni, alle 18 federazioni associate 4 milioni, e ai 15 Enti di promozione sportiva (Eps) riconosciuti dal Coni spettano 16 milioni.
Solo il Coni può assegnare la qualifica di Eps che porta vantaggi fiscali enormi: i soci sono 9 milioni nel complesso. Gli Eps nacquero nel dopoguerra come strumento di propaganda e azione sociale di partiti politici e movimenti confessionali. Una regola è sacra: l’assenza di fini di lucro per loro e tutte le associate. Questi i finanziamenti, divisi per ogni ente:
- CUSI (Università) – 1.452.998 euro
- CSEN (Area liberale) – 1.432.552 euro
- UISP (Pci) – 1.302.891 euro
- CSI (Azione Cattolica) – 1.252.997 euro
- ASI (Destra Italiana) – 932.059 euro
- AICS (Partito Socialista) – 826.909 euro
- ACSI (Indipendente) – 819.911 euro
- OPES (Destra) – 666.365 euro
- LIBERTAS (Democrazia Cristiana) – 580.432 euro
- ACLI (Movimento Cattolico) – 439.974 euro
- ASC (Confindustria) – 431.722 euro
- MSP (Conferenza Episcopale Italiana) – 417.308 euro
- CSAIN (Confindustria) – 409.856 euro
- ENDAS (Repubblicani) – 352.211 euro
- PGS (Salesiani) – 232.897 euro
Nella realtà Guardia di Finanza, Agenzia delle Entrate e Ispettorato del Lavoro nel 2022 hanno aperto centinaia di verbali. In Toscana sono state accertate evasioni per oltre un milione di euro in una struttura di Grosseto. Altri 300mila euro evasi e cinque lavoratori in nero a Sassuolo. E ancora a Pomezia, vicino Roma, sono stati trovati completamente in nero istruttori, addetti alle pulizie, impiegati di segreteria ed esperti di marketing.
Due centri sportivi di fama nel quartiere Eur di Roma – racconta ancora il Corriere – hanno sale pesi, piscine e campi da tennis a disposizione dei clienti, adulti e benestanti. Un abbonamento annuale costa dagli 800 ai 1.300 euro, ma non si vedono scontrini o ricevute, perché le palestre sono affiliate al Centro Sportivo Italiano (CSI) con la qualifica di «società sportive dilettantistiche» senza fini di lucro.
Così chi si iscrive diventa atleta CSI (anche senza saperlo), le palestre incassano senza pagare l’Iva e possono assumere allenatori senza versare contributi pensionistici o assicurativi entro i 10 mila euro, hanno sconti sulle forniture di metano e sulle tasse sui rifiuti e possono defiscalizzare anche i ricavi del bar sociale. Il lucro c’è ma non si vede. Il presidente della società sportiva non può incamerare gli incassi della palestra ma può, ad esempio, girarseli sotto forma di affitto in quanto proprietario dell’impianto. E gli affitti sono molto alti.
C’è poi un altro aspetto, quello del lavoro. Il 90% di personal trainer o allenatori di palestra usufruisce di uno sgravio fiscale totale fino a 10 mila euro di reddito grazie a una norma nata per incoraggiare gli insegnanti di educazione fisica a dedicare alcune ore pomeridiane all’allenamento dei ragazzi. Succede, invece, che molte palestre fanno sottoscrivere contratti defiscalizzati e senza versamento di contributi pensionistici anche agli amministrativi, che invece vanno inquadrati nei contratti di settore pagando le tasse per intero.
Infine, c’è il tema degli sponsor in Parlamento. Opes, legato a Fratelli d’Italia, vi ha spedito l’ex presidente Marco Perissa. Asi è presieduta dall’ex deputato di Lega e An Claudio Barbaro, appena nominato sottosegretario all’Ambiente e Sicurezza energetica. Sul sito Asi, Barbaro scrive che «nati in continuità con la storia della Destra sportiva italiana, noi di Asi da sempre siamo un riferimento per tutto il nostro mondo».