Milano-Cortina, spunta anche Scaroni come AD

«Qui passo quasi tutto il mio tempo libero e bado a non confonderlo con il lavoro», disse una volta Paolo Scaroni in merito parlando di Cortina. Ora, stando a quanto…

Scaroni non lascia il Milan

«Qui passo quasi tutto il mio tempo libero e bado a non confonderlo con il lavoro», disse una volta Paolo Scaroni in merito parlando di Cortina. Ora, stando a quanto riporta La Repubblica, le due cose potrebbero mescolarsi per davvero. Il nome del presidente del Milan – scelto da Mario Draghi – sarebbe infatti nella rosa di quelli da cui estrarre il nuovo amministratore delegato della Fondazione che gestirà le Olimpiadi invernali di Milano e Cortina 2026. Il primo a sponsorizzare la candidatura di Scaroni a Draghi è stato il presidente del Coni Giovanni Malagò, che oltretutto è anche presidente della Fondazione olimpica.

Nella giornata di ieri era avanzata la candidatura del dirigente  UEFA Michele Uva per sostituire Vincenzo Novari, che fino a qui ha cercato di portare avanti il lavoro sul fronte delle sponsorizzazioni. L’obiettivo sarebbe quello di incassare 500 milioni da aziende e sponsor (un terzo del bilancio complessivo della fondazione), ma le trattative attuali riguarderebbero contratti per un totale di 280 milioni. Gli accordi già sottoscritti ammontano invece a 18 milioni.

Uva e Scaroni potrebbero anche lavorare al dossier insieme, il
primo nelle vesti di direttore generale. Il nome di Scaroni come AD sarebbe intoccabile anche dal nuovo governo dopo le elezioni, soprattutto se dovesse vincere la destra visto che le nomine in Enel e Eni arrivarono entrambe con Berlusconi premier.

Il rapporto che lega Mario Draghi a Scaroni, del resto, è vecchio di decenni. Inoltre, il numero uno rossonero conosce il progetto, visto che era nella delegazione italiana che nel 2019 vinse per ospitare i Giochi invernali. E, da amministratore delegato di Eni, si spese per la candidatura. C’è una sola condizione ovviamente: non dover lasciare il ruolo da presidente del Milan.

Prima di lasciare Palazzo Chigi, Draghi ha deciso di mettere davvero mano alla questione, visto che c’è da recuperare il tempo perso riguardo a infrastrutture e opere, che rendono i prossimi mesi una corsa contro il tempo. «Di fatto non si è fatto nulla, è una situazione imbarazzante», ha ammesso qualche settimana fa proprio Malagò.