Inter, l’era post-Pirelli tra Socios, Digitalbits e le offerte rifiutate

Trovare un degno sostituto di uno sponsor storico come Pirelli non era missione facile. Un brand diventato quasi parti integrante della maglia dell’Inter, in una partnership durata 25 anni e…

RC Lens Vs FC Internazionale
Samir Handanovic (Photo Michel Baucher / Panoramic / insidefoto )

Trovare un degno sostituto di uno sponsor storico come Pirelli non era missione facile. Un brand diventato quasi parti integrante della maglia dell’Inter, in una partnership durata 25 anni e tra le più lunghe nella storia del calcio. Già nel 2016, l’allora patron del club nerazzurro Erick Thohir aveva fatto i conti con questa difficoltà: tra la tentata truffa Etihad (con l’Inter finita nella rete di un finto intermediario della compagnia aerea che aveva messo sul piatto una finta proposta da 25 milioni di euro) e la mancanza di alternative, alla fine arrivò il rinnovo con Pirelli fino al 2021 ma con cifre base al ribasso, con il massimo incassato grazie ai bonus pari a 24,9 milioni nella stagione 2020/21 (ma con una parte dei ricavi fatti slittare dal bilancio 2019/20 al 2020/21 vista la conclusione della stagione 2019/20 tra luglio e agosto dopo il lockdown per il Covid).

La volontà dell’Inter era quindi quella di cercare un aumento dei ricavi, quantomeno nella base fissa, quindi quella indipendente dai risultati in campo. La quota fissata era pari almeno 30 milioni di euro a stagione: un diktat stabilito direttamente dal presidente Zhang, che arrivò anche a rifiutare una offerta intorno a 25 milioni annui (secondo alcune indiscrezioni da Hisense) perché l’obiettivo era quello di arrivare se non superare i 30 milioni. La realtà dei fatti, però, alla fine è stata ben diversa: l’Inter ha concluso la stagione 2020/21 festeggiando lo scudetto con Pirelli sulla maglia, ma per il nuovo sponsor non sono arrivate novità fino a luglio 2021 inoltrato. Tanto che Nike si è trovata costretta a presentare e distribuire le maglie nerazzurre per la stagione 2021/22 senza alcuno sponsor (e sono ancora presenti così sul sito ufficiale di Nike).

La novità di luglio inoltrato, di cui si è iniziato a parlare nei primi giorni del mese ma la cui ufficialità è arrivata solo il giorno 21, era Socios: già sponsor di maglia del Valencia, la piattaforma di criptovalute dedicate al calcio ha messo sul piatto 16 milioni più bonus, con un contratto quadriennale comunque particolare. Infatti, era già previsto che al termine della prima stagione Socios non sarebbe stato più main sponsor, ma sarebbe rimasto come «Global Sponsor Advertising Rights a fronte di un corrispettivo annuo pari a 1 milione di euro, in un accordo a cui inoltre si aggiunge sempre la condivisione dei ricavi generati dalla vendita e dal trading di fan token», si legge tra i documenti del club. Un nuovo accordo che si è andato ad aggiungere a Lenovo, che nel frattempo da “Global Technology Partner” e retro-sponsor della maglia d’allenamento, era stato annunciato come nuovo retro-sponsor della divisa da gara. Ma sarebbe potuto diventare anche sponsor di maglia: se l’Inter lo avesse chiesto prima, avrebbero fatto direttamente da main sponsor, avrebbe detto Lenovo al momento dell’accordo con Socios, con l’ipotesi di cifre addirittura superiori.

L’altra particolarità è che nel settembre 2021, inoltre, l’Inter ha annunciato l’accordo con Zytara, che tramite il brand DigitalBits è diventato nuovo sponsor di manica. Inoltre, DigitalBits è diventato “Official Global Cryptocurrency” e Zytara “Official Global Digital Banking Partner” dell’Inter. Il valore dell’accordo? Maggiore a quello di Socios: 85 milioni di euro più bonus in un contratto quadriennale, di cui 5 milioni di euro nella prima stagione e il resto suddiviso nelle successive annate. Non a caso, infatti, già nel gennaio 2022 arriva la conferma da parte dell’Inter: DigitalBits sarebbe diventato nuovo sponsor di maglia, sostituendo Socios a partire dall’1 luglio 2022.

Socios quindi nel giugno scorso saluta, con DigitalBits pronta a subentrare. Già nei primi giorni di luglio, però, emergono voci sulle difficoltà della piattaforma fondata da Al Burgio: il 12 luglio, un articolo di Tuttosport fa luce sui primi problemi, ma la società nerazzurra esclude contrattempi. L’Inter così lo stesso 12 luglio svela la nuova maglia, su cui campeggia il logo DigitalBits, senza però che il nuovo main sponsor venisse annunciato come tale. Anzi, nel comunicato di lancio della nuova divisa, c’è soltanto questo passaggio: «L’innovazione è inoltre un valore che caratterizza anche i partner della nuova maglia, DigitalBits e Lenovo». Nessun commento, nessun altro comunicato.

Si arriva, così, alle ultime notizie, rilanciate dal Sole 24 Ore: ulteriori ritardi nei pagamenti e la scelta dell’Inter di oscurare il logo DigitalBits dal sito dalla sezione partner (mentre la Roma, che ha sempre DigitalBits come sponsor di maglia, non segnala al momento nessuna difficoltà nei rapporti e nei pagamenti). Non solo, perché l’indicazione data a livello comunicativo e di immagini è quella di dare meno visibilità possibile a DigitalBits: ovviamente non si potrà nasconderlo come sponsor di maglia, ma l’indicazione è di evitare ogni altro tipo di visibilità sul logo, anche nei tabelloni a bordo campo sia in allenamento che in partita, i quali tra l’altro stanno venendo rimossi a poco a poco. La conferma è arrivata dalle immagini dell’allenamento congiunto con la Pro Sesto dei nerazzurri di Simone Inzaghi: dove nel test col Novara di una settimana fa campeggiava il logo DigitalBits, nella sfida di ieri con la Pro Sesto c’era solo la scritta Inter con il logo del club.

Se dall’Inter filtra nervosismo, parlando comunque di «parti al lavoro per risolvere il problema» (ovverosia si attende di capire se la società potrà saldare quanto dovuto), dal lato DigitalBits/Zytara invece l’attenzione è tutta concentrata sui diversi annunci che arriveranno oggi nel corso di un evento sulle criptovalute organizzato a Montecarlo proprio da DigitalBits. Nei giorni scorsi era attesa la pubblicazione di un WhitePaper sulla strategia futura della piattaforma, rinviata però poiché oggi, 29 luglio, sono attesi “annunci importanti”.

Non ci sono tuttavia, per ora, prese di posizione ufficiale da parte di DigitalBits sulla situazione con l’Inter. Nel gruppo ufficiale Telegram, ogni richiesta di informazioni viene derubricata a FUD, sigla usata soprattutto in chat e forum che deriva dall’abbreviazione di “fear, uncertainty and disinformation”, ovverosia “paura, incertezza e disinformazione”, in sostanza far circolare fake news per colpire la criptovaluta: a questa prima fase, è seguita anche una fase di ban di qualsiasi messaggio che avesse come argomento l’Inter. L’unica spiegazione data sulle indiscrezioni da uno degli admin (di cui tuttavia non si capisce il legame con la piattaforma, se sia soltanto un utente che gestisce il canale per conto della società o un dipendente) è la seguente: «Zytara è ancora il main global sponsor dell’Inter e DigitalBits è ancora presente sulla maglia. Non parleremo per conto di Zytara riguardo a come gestisce le relazioni con i partners». E poi: «Non tolleriamo FUD in alcun modo possibile. Inoltre, non possiamo rispondere ad ogni indiscrezioni che emerge».

Nelle scorse settimane, invece, DigitalBits aveva risposto ad alcune domande generiche da parte degli utenti. Tra le altre, alcune domande riguardavano l’aspetto prettamente economico. Ad esempio si legge:

«Quali sono gli attuali ricavi di DigitalBits/Zytara? E quali sono quelli previsti nel futuro? DigitalBits è la blockchain mentre Zytara sta costruendo oggi un’app di mobile banking del futuro. I due progetti sono gestiti indipendentemente e hanno obiettivi diversi. Tuttavia, quando si tratta di creare prodotti e applicazioni su una blockchain, Zytara si impegna ad utilizzare DigitalBits. DigitalBits Blockchain è una layer 1 che crea valore economico in base al volume delle transazioni e alla liquidità complessiva bloccata o puntata all’interno del protocollo. In poche parole, con il lancio del token Mainnet, DigitalBits sarà ora completamente accessibile da tutta la comunità pur essendo una Blockchain funzionante da più di un anno, consentendo a molti dei nostri partner dell’ecosistema di utilizzare la rete. Ciò si tradurrà in transazioni che creano commissioni e entrate di protocollo, allo stesso modo in cui tutte le Blockchain creano entrate».

Sul tema delle sponsorizzazioni, inoltre, si legge: «Potete darci un’idea delle modalità di finanziamento del progetto? Digitalbits Foundation ha fondi sufficienti per pagare gli impegni di sponsorizzazione e finanziare lo sviluppo della blockchain? DigitalBits Foundation non paga alcuna sponsorizzazione, tutte le sponsorizzazioni sono finanziate da Zytara». Anche chi risponde informalmente, tra chi è legato a DigitalBits, sposta l’attenzione non tanto sulle difficoltà della piattaforma, quanto piutttosto sul fatto che l’accordo sia in realtà tra l’Inter e Zytara.

Ora, quindi, cosa succede? In questo momento, si attende. Se DigitalBits o Zytara riusciranno a rispettare i propri impegni, il rapporto ovviamente proseguirà. Altrimenti, ma si tratta soltanto dell’estrema ratio, non è da escludere la scelta di togliere il logo della piattaforma anche dalla maglia da gioco. Quello che è certo è che i ritardi nei pagamenti non aiutano l’Inter proprio su un aspetto in cui più ha avuto difficoltà nelle ultime stagioni a livello economico, ovverosia quella della liquidità.