Il calcio professionistico evidenzia un profilo estremamente preoccupante dal punto di vista della sostenibilità economico-finanziaria, a fronte di uno squilibrio strutturale che già prima della pandemia risultava particolarmente accentuato. È quanto emerge dalla 12ª edizione del ReportCalcio, il documento sviluppato dal Centro Studi FIGC in collaborazione con AREL (Agenzia di Ricerche e Legislazione) e PwC Italia (PricewaterhouseCoopers).
Nei 12 anni analizzati prima dell’impatto del Covid-19 (dal 07-08 al 18-19), il calcio professionistico italiano ha prodotto un ‘rosso’ aggregato pari a circa 4,1 miliardi di euro (quasi € 1m al giorno). In particolare, il fatturato aggregato dei club di Serie A, B e C ha raggiunto nel pre Covid-19 i quasi 3,9 miliardi di euro, con un aumento di 1,5 miliardi rispetto a 12 anni prima, ma quasi il 90% della crescita dei ricavi tra il 2007-2008 e il 2018-2019 è stata utilizzata per coprire l’aumento degli stipendi e degli ammortamenti/svalutazioni.
L’indebitamento totale ha raggiunto nel 2018-2019 i quasi 4,8 miliardi di euro, circa il doppio rispetto ai 2,4 miliardi registrati nel 2007-2008. Una crisi ‘strutturale’ che la pandemia ha contribuito ad accelerare ulteriormente: la perdita complessiva è passata dai 412 milioni del 2018-2019 agli 878 del 2019-2020, fino agli oltre 1,3 miliardi del 2020-2021.
Nelle due stagioni con impatto Covid-19 (19-20 e 20-21) il ‘rosso’ aggregato prodotto dal calcio professionistico italiano è stato quindi pari ad oltre 2,2 miliardi di euro, mentre a livello finanziario l’indebitamento è salito dai 4,8 miliardi di euro del 2018-2019 ai quasi 5,4 del 2020-2021. Un risultato influenzato dagli effetti negativi prodotti dal Covid-19 sulla capacità dei club di generare ricavi (il valore della produzione nel biennio segnato dalla pandemia è diminuito del 9,3%), dai costi connessi all’implementazione dei protocolli sanitari, ma anche dal continuo incremento degli stipendi e degli ammortamenti: il costo del lavoro medio nelle 2 stagioni con impatto Covid-19 (2019-2020 e 2020-2021) è stato pari a 2.231 milioni, in aumento del 7,9% rispetto al 2018-2019, mentre gli ammortamenti/svalutazioni sono saliti del 24,5% (passando da 962 a 1.198 milioni di euro).
L’impatto del Covid-19 è stato comunque evidente, in particolare per quanto riguarda i ricavi da ingresso stadio (quasi azzerati nel 2020-2021, rispetto ai 341 milioni di euro del 2018-2019). Tra il 2018-2019 e il 2020-2021, il numero complessivo di spettatori presenti negli stadi italiani per competizioni di alto livello (calcio professionistico e Rappresentative Nazionali) è passato da 16,1 milioni ad appena 148.248, mentre gli spettatori potenziali ‘persi’ nel solo calcio professionistico nelle 2 stagioni con impatto Covid-19 (19-20 e 20-21) ammontano a 23,1 milioni, con un impatto in termini di ricavi potenziali da ticketing non realizzati pari a 513,3 milioni di euro.