Superlega all’attacco: «La UEFA è in conflitto d’interessi»

Si è accesa davanti alla Corte di Giustizia dell’Unione europea la lotta tra la Superlega e la UEFA, sul ruolo dell’organo di governo del calcio europeo. In particolare, durante il…

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Si è accesa davanti alla Corte di Giustizia dell’Unione europea la lotta tra la Superlega e la UEFA, sul ruolo dell’organo di governo del calcio europeo. In particolare, durante il procedimento in corso in questi due giorni, la Superlega ha attaccato la UEFA parlando di un conflitto d’interessi che renderebbe impossibile l’emergere di qualsiasi competizione che possa sfidare la Champions League, il fiore all’occhiello delle competizioni europee per club.

La UEFA ha affermato che il suo ruolo di organo di governo è importante per fermare un «liberi tutti» e si è concentrata sul «garantire lo sviluppo sostenibile del calcio per tutti».I giudici dell’UE stanno riesaminando la controversia dopo che il tribunale commerciale di Madrid ha deciso che fosse necessario rispondere alle domande sull’applicazione del diritto della concorrenza allo sport.

Miguel Odriozola, per conto della Superlega, ha aperto le memorie dicendo che la UEFA mai avrebbe autorizzato un torneo rivale. «Già la UEFA ha dichiarato la sua intenzione di vietare la Superlega prima di conoscere qualsiasi aspetto del progetto. Bandirà sempre il progetto perché ha un conflitto di interessi», ha sottolineato.

Odriozola ha sostenuto che l’ESL (European Super League) non ha violato la legge sulla concorrenza, e anche se lo avesse fatto non spetterebbe alla UEFA decidere. La UEFA, rappresentata da Donald Slater, ha affermato di essere il giusto custode del calcio e della struttura “piramidale” dello sport, partendo dal calcio di base e arrivando fino alle competizioni per club più importanti.

Il duplice ruolo – secondo il legale della UEFA – è possibile fintanto che le funzioni «sono soggette a restrizioni, obblighi e revisione», le parole di Slater riportate da mlex. Ha sottolineato inoltre che la UEFA non persegue il profitto ma cerca di bilanciare gli interessi dei club, l’investimento nel calcio di base e il ruolo sociale dello sport. «L’idea di un campionato chiuso dei club più ricchi gestito da un’entità puramente guidata dal profitto è incompatibile con il modello europeo del merito sportivo», ha detto Slater.

Alvaro Pascual, per conto della FIFA, ha affermato che la Superlega «diluirà i campionati europei e mina la solidarietà» nei confronti del calcio di base, danneggiando il calendario delle partite internazionali. Ha detto che l’ESL mirava a «capovolgere completamente il modello sportivo europeo».

Fernando Irurzun, in rappresentanza della società A22, che promuove l’ESL, ha cercato di sottolineare che ampi interessi sportivi potrebbero essere tutelati e onorati anche da società private. «Il trattato Ue parla della dimensione europea dello sport e non del modello sportivo europeo. A22 è impegnata ad organizzare competizioni pienamente coerenti con la dimensione europea dello sport».

Il massimo campionato di calcio spagnolo, la Liga, ha messo in guardia invece contro le misure drastiche a cui sarebbero costretti gli organi di governo se fosse concesso l’accesso ad altri tornei. E a difesa di un modello sportivo europeo si è schierato anche Pedro Callol, per la Federcalcio spagnola, il quale ha affermato che la difesa del modello e dei suoi valori aveva «consentito al nostro calcio di guidare il mondo in termini di inclusione, qualità e attrazione della competizione».

In precedenza, ancora Odriozola aveva affermato che il suo cliente – la Superlega, appunto, prevedeva una ridistribuzione dei fondi in termini di solidarietà molto maggiore di quella attualmente prevista attraverso la UEFA.

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