L’accusa a Socios: manipola il prezzo delle crypto

I club della Premier League inglese starebbero rivalutando i loro rapporti con Socios.com, società che lancia sul mercato Fan Token – e che intrattiene rapporti commerciali anche con diversi club…

Socios riconoscimento normativo

I club della Premier League inglese starebbero rivalutando i loro rapporti con Socios.com, società che lancia sul mercato Fan Token – e che intrattiene rapporti commerciali anche con diversi club in Italia – dopo che un’indagine ha sollevato seri interrogativi sulle sue pratiche commerciali.

Secondo un rapporto del sito Off the Pitch, Alexandre Dreyfus, CEO e fondatore della piattaforma, è stato accusato di aver trattenuto alcuni pagamenti per evitare di fare sgonfiare il prezzo di Chiliz (CHZ), la criptovaluta utilizzata dalla comunità di Socios.

I Fan Token sono “gettoni virtuali” che consentono ai tifosi di partecipare ad alcuni processi decisionali dei club ai quali sono legati. Nel caso di Socios, la piattaforma è incentrata sullo sport, con gli utenti che acquistano criptovaluta Chiliz per comprare Fan Token in rappresentanza di varie squadre di calcio, team di sport motoristici e altro ancora.

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Come riportato da Off the Pitch, Dreyfus avrebbe evitato di pagare ad alcuni dei suoi consulenti una quota concordata di Chiliz in cambio della sponsorizzazione della criptovaluta. Un dirigente che è rimasto anonimo ha detto a Off the Pitch di aver ottenuto solo «una parte di ciò che era stato promesso» e afferma che Dreyfus ha iniziato a «evitare tutte le comunicazioni con i consulenti» nel settembre 2020.

Un messaggio interno di Dreyfus visualizzato da Off the Pitch indica che alla base dei mancati pagamenti ci fosse la volontà di Dreyfus di non alterare il valore di Chiliz. «Dobbiamo proteggere gli investitori. Quando dai token gratuiti, le persone possono vendere a qualsiasi prezzo, non importa per loro», ha detto osservando che i “veri investitori” che hanno acquistato Chiliz potrebbero perdere denaro a causa della vendita della valuta da parte dei consulenti.

Il dirigente in questione ha indirizzato Off the Pitch verso altri tre consulenti che presumibilmente non erano stati pagati e ha ricevuto conferma da uno di loro. In seguito, lo stesso consulente ha contattato ancora una volta Dreyfus e ha poi riferito a Off the Pitch che tutti e quattro erano stati finalmente pagati per intero. Non è chiaro invece se ci siano ancora altri consulenti Chiliz che attendono di essere pagati.

«Ci dispiace che alcuni consulenti che hanno lavorato con noi in passato non siano stati pagati in modo tempestivo e abbiamo rettificato questo problema direttamente con loro e manteniamo buoni rapporti oggi», ha detto a Off the Pitch un portavoce di Chiliz. «Gli accordi sono stati presi quando l’azienda era in fase di startup e in quel momento non siamo stati in grado di assegnare direttamente CHZ in quanto non era quotata in nessun exchange. Per essere chiari, questo ritardo è inaccettabile e non è il modo in cui vogliamo gestire la nostra attività, e non è all’altezza degli standard a cui ci atteniamo oggi».

Chiliz ha poi pubblicato un post sulla piattaforma Medium, sottolineando che «data la portata dell’offerta circolante (3,7 miliardi di Chiliz, ndr), l’assegnazione di CHZ ai consulenti coreani non sarebbe stata responsabile di determinare alcun movimento di prezzo. In effetti, il numero di CHZ assegnato all’esiguo numero di consulenti in questione all’epoca era circa lo 0,4% del numero complessivo di CHZ».

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