Manenti non versa un euro: sciolta Mapi Italia

Mapi Italia non esiste più. Lo riporta Il Corriere della Sera, raccontando della piccola operazione societaria del 2021 che ha per protagonista Giampietro Manenti, balzato agli onori della cronaca

Manenti Mapi Italia
(Foto: Valerio Pennicino/Getty Images)

Mapi Italia non esiste più. Lo riporta Il Corriere della Sera, raccontando della piccola operazione societaria del 2021 che ha per protagonista Giampietro Manenti, balzato agli onori della cronaca tra febbraio e marzo del 2015 quando divenne presidente del Parma per pochissimo tempo. Una vicenda tragicomica che si concluse con il fallimento del club ducale.

Il nome della sua azienda fu reso celebre da una conferenza stampa maldestra, durante la quale Manenti rispose confusamente a una serie di domande. Oggi proprio Mapi Italia chiude perché l’ex presidente del Parma Calcio non ha versato un euro, un solo euro di capitale che mancava.

«Preso atto che il capitale sociale è sceso al di sotto del minimo legale di 1 euro e gli azionisti non hanno ricapitalizzato, dichiaro lo scioglimento della Mapi Italia srl», recitano i documenti. Dopo anni senza alcun affare – spiega ancora il Corriere – si arrende così Paola Crivelli, amministratore unico della capofila in Italia del gruppo internazionale di Manenti. Dove per «gruppo internazionale» si intende un ristretto numero di scatole vuote controllate da una holding, Mapi Grup Poslovno Svetovanje.

Una situazione che riporta a quando sette anni fa, senza trovare alcun ostacolo tra FIGC, Covisoc e Lega Serie A, Manenti rilevò per un euro il Parma della crisi di Ghirardi. Servivano soldi per evitare il fallimento, soldi che manenti aveva garantito mentre preannunciava la nascita di Mapi Channel, Mapi Fashion e Mapi Energia, indicando conti alla Hsbc, Sberbank, Alfa Bank e altri colossi del settore.

Un mese di fuffa, con il risultato che il presidente da un euro diede l’ultima spintarella al club: fallito e finito tra i dilettanti. Ora va mestamente in liquidazione anche la sua Mapi Italia, per mancanza dello stesso euro che l’ex presidente del Parma aveva messo sul piatto per rilevare il club emiliano.