Salernitana senza nuova proprietà? Cosa può succedere

La Salernitana vive momenti di preoccupazione, nell’attesa che arrivino comunicazioni da parte dei trustee sulle offerte ricevute per la cessione del club campano. Ricordiamo che la società – controllata fino…

Serie A ricorso ASL

La Salernitana vive momenti di preoccupazione, nell’attesa che arrivino comunicazioni da parte dei trustee sulle offerte ricevute per la cessione del club campano. Ricordiamo che la società – controllata fino alla scorsa stagione da Claudio Lotito e Marco Mezzaroma – deve essere ceduta entro il 31 dicembre di quest’anno se non vuole incorrere in sanzioni.

Cosa rischia la Salernitana – Le parole di Gravina

Come sottolineava al momento dell’approvazione del trust il presidente della FIGC Gabriele Gravina, «non sono state fatte valutazioni politiche su questo tema. Il mio unico obiettivo è la tutela del calcio italiano. Accettate le richieste per rendere indipendente il trust, adesso entro sei mesi la Salernitana dovrà cambiare proprietà, altrimenti è fuori dalla Serie A».

Dunque, cosa rischia la Salernitana in caso di mancata cessione? Cosa dicono le norme della FIGC sul tema della multiproprietà? Questo aspetto è regolamentato dall’articolo 16 bis delle NOIF (Norme Organizzative Interne) sulle partecipazioni societarie e prevede anche la presenza di una disposizione transitoria aggiunta in un secondo momento, a settembre del 2021, per scongiurare casi come quello attuale nel futuro.

Cosa rischia la Salernitana – Le norme sulla multiproprietà

Questo il testo integrale dell’articolo 16 bis:

  1. Non sono ammesse partecipazioni, gestioni o situazioni di controllo, in via diretta o indiretta, in più società del settore professionistico da parte del medesimo soggetto, del suo coniuge o del suo parente ed affine entro il quarto grado.
  2. Qualora a seguito del passaggio di una società dal settore dilettantistico al settore professionistico si incorra nella situazione vietata dal comma 1, i soggetti interessati devono porvi fine entro e non oltre 5 giorni prima del termine fissato dalle norme federali per il deposito della domanda di ammissione al campionato professionistico di competenza.
  3. L’inosservanza del termine di cui al comma 2 comporta la decadenza della affiliazione della società proveniente dal settore dilettantistico. Il provvedimento di decadenza è adottato entro 3 giorni dalla scadenza del termine di cui al comma 2 dal Consiglio Federale su proposta del Presidente Federale, sentita la Commissione di cui all’art. 20 Bis delle N.O.I.F.

Cosa rischia la Salernitana – La disposizione transitoria

Questo invece il testo della Norma Transitoria approvata a settembre 2021:

Fatti salvi i provvedimenti già adottati dal Consiglio Federale in base alla previgente formulazione dell’art. 16 Bis, i soggetti, che alla data di entrata in vigore della presente disposizione si trovano nella condizione di cui al comma 1, dovranno porvi fine entro e non oltre 5 giorni prima del termine fissato dalle norme federali per il deposito della domanda di ammissione al campionato professionistico di competenza della Stagione Sportiva 2024/2025.

Qualora antecedentemente alla stagione sportiva 2024/2025 si verifichino, nell’ambito della medesima categoria, per due o più società professionistiche, le condizioni vietate dal comma 1, i soggetti interessati dovranno porvi fine entro e non oltre 5 giorni prima del termine fissato dalle norme federali per il deposito della domanda di ammissione al campionato professionistico di competenza.

L’inosservanza del termine comporta la decadenza della affiliazione della società, o delle società, la cui partecipazione societaria è stata acquisita per ultima. Il provvedimento di decadenza è adottato entro 3 giorni dalla scadenza del termine dal Consiglio Federale su proposta del Presidente Federale, sentita la Commissione di cui all’art. 20 Bis delle N.O.I.F.

Dunque, le norme della FIGC – considerando la situazione della Salernitana come caso eccezionale – suggeriscono, in caso di mancata cessione del club entro il 31 dicembre, l’esclusione dalla Serie A (come confermato appunto a inizio stagione dallo stesso Gravina) e la ripartenza dai dilettanti. Il tutto chiaramente senza escludere a priori la possibilità di intervento di nuove deroghe al fine di tutelare la regolarità del campionato.