Indice di liquidità: la FIGC dà respiro ai club sul mercato

«Il Consiglio ha fissato il valore dell’indicatore di controllo di liquidità (attività correnti/passività correnti) per la stagione sportiva 2021/2022 nella misura minima dello 0,6».

Con questa breve nota presente all’interno del…

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«Il Consiglio ha fissato il valore dell’indicatore di controllo di liquidità (attività correnti/passività correnti) per la stagione sportiva 2021/2022 nella misura minima dello 0,6».

Con questa breve nota presente all’interno del comunicato stampa del Consiglio federale odierno, la FIGC ha annunciato di aver ammorbidito l’indicatore di liquidità per la stagione 2021/22, rispetto alla cifra prevista per le stagioni precedenti, 2019/20 (0,7) e 2020/21 (0,8).

La decisione è stata ufficializzata dopo che la soglia era stata inizialmente impostata per il solo mercato estivo, a seguito degli effetti della pandemia, che avevano bloccato il mercato di alcune società come ad esempio Lazio e Sampdoria.

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Indicatore liquidità FIGC – L’importanza del dato

Ma perché questo indicatore è così importante? Nel 2015 la Federcalcio, tra i vari criteri all’interno del sistema di controlli economico-finanziari, ha introdotto anche l’indicatore di liquidità. All’interno delle NOIF (le Norme Organizzative Interne Federali), viene spiegato che «l’indicatore di liquidità (AC/PC), utilizzato per determinare l’eventuale carenza finanziaria, è calcolato attraverso il rapporto AC/PC tra le Attività Correnti (AC) e le Passività Correnti (PC)».

In sostanza, quindi, si tratta di un indice che dimostra quando un club sia in grado di poter rispettare i propri impegni finanziari a breve termine: per la stagione 2019/20, come detto, il rapporto massimo era fissato a 0,7, ed era salito a 0,8 per il 2020/21. Un requisito fondamentale per l’iscrizione del campionato fino alla stagione 2019/20, ma che soprattutto condiziona il calciomercato.

In due occasioni, infatti, durante la stagione (il 31 marzo e il 30 settembre), la Co.Vi.So.C. verifica che i club stiano rispettando il valore. E, in caso di mancato rispetto della misura minima, «la Co.Vi.So.C. dispone la non ammissione ad operazioni di acquisizione del diritto alle prestazioni dei calciatori rispettivamente per la sessione estiva e per la sessione invernale», si legge nel regolamento. In sostanza, blocca il calciomercato in entrata dei singoli club.

Non si tratta, tuttavia, di una decisione definitiva. Infatti, il provvedimento è revocabile in caso di intervento dell’azionista di maggioranza o degli azionisti in generale, che possono riportare in positivo l’indicatore di liquidità mettendo mano al portafoglio in diversi modi.

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Quel che è certo è che un allentamento del rapporto darà maggior respiro alle società sia per quanto riguarda i parametri per l’iscrizione al campionato, sia per quel che concerne l’operatività sul mercato dei trasferimenti.

Indicatore liquidità FIGC – Le parole di Commisso

Del tema aveva parlato – non senza polemiche – anche il patron della Fiorentina Rocco Commisso: «Le regole nel calcio italiano devono essere più trasparenti, la Fiorentina è una società senza debiti, paga gli stipendi regolarmente, non è possibile che ogni 6 mesi porti soldi in Italia per rientrare nell’indice di liquidità, mentre squadre come Juventus e Inter non lo fanno. Non va bene, c’è un senso di falsità in questo calcio», aveva detto a settembre il presidente del club toscano.