Inter, fuga degli sponsor cinesi: resta solo Suning

Dopo essere stati un segno distintivo dell’era Suning all’Inter, gli sponsor regionali – in particolar modo quelli asiatici – vanno via via spegnendosi nel club nerazzurro. Lo scrive La Gazzetta…

Inter sponsor cinesi

Dopo essere stati un segno distintivo dell’era Suning all’Inter, gli sponsor regionali – in particolar modo quelli asiatici – vanno via via spegnendosi nel club nerazzurro. Lo scrive La Gazzetta dello Sport in un approfondimento, che ripercorre i ricavi da sponsor regionali tra il 2016 e il 2021.

Partendo dalla fine, sul rosso record del 2020/21 dell’Inter ha inciso la svalutazione per 39 milioni di «posizioni creditorie di dubbia esigibilità», derivanti dall’impossibilità degli sponsor cinesi Imedia e Beijing Yixinshijie di «pagare in tutto o in parte i loro debiti dovuti nei confronti di Inter Media», soprattutto a causa degli effetti dell’emergenza Coronavirus.

L’accordo con Imedia, che risale al 2017/18, prevedeva una signing fee di 23 milioni e corrispettivi annuali per 25 milioni. Pagamenti che nel tempo hanno subito ritardi con l’accumulazione di un debito di 56 milioni, finché Imedia ha comunicato all’Inter di poter onorare solo parzialmente i propri debiti. Da qui la svalutazione di quel credito per 31 milioni.

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Quello con Beijing Yixinshijie, scrive La Gazzetta, è stato invece il primo contratto commerciale siglato dall’Inter fuori dal perimetro di Suning, nel 2017: 10 milioni di signing fee e corrispettivi annui di 30 milioni, compenso poi ridotto a 25 milioni dopo un anno. Contratto cessato nel giugno 2019 e anche qui l’agenzia ha fatto sapere che non riuscirà a saldare il debito residuo di 8 milioni. Di conseguenza, ecco la svalutazione di pari importo nel conto economico nerazzurro per un totale di 39 milioni.

In sostanza, con l’addio degli sponsor cinesi, in questo esercizio l’Inter potrà contare sostanzialmente solo sui proventi del contratto commerciale con la proprietaria Suning, quello per la denominazione dei centri sportivi, per l’apposizione del marchio Suning sui kit d’allenamento, led, backdrop e per diritti di co-branding sul territorio asiatico.

Oltre agli 11,5 milioni da Suning i nerazzurri – sottolinea il quotidiano – incasseranno 2-3 milioni dagli sponsor regionali cinesi Ld Sports e le new entry Boe United Technology e Ayx. Il totale, per il 2021/22, è al momento di circa 14 milioni da sponsor cinesi (escludendo Lenovo, che vanta una partnership globale).

Entrate andate via via calando dopo aver fatto registrare un picco di 97 milioni nella stagione 2018/19, per poi passare ai 44 milioni della stagione 2019/20 (la prima impattata dall’emergenza Covid) e ai 38 milioni di euro della stagione 2020/21.

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In cinque stagioni l’Inter ha registrato a conto economico 346 milioni dalle sponsorship regionali asiatiche. Soldi incassati per la gran parte e dei quali mancano 64 milioni. L’emergenza coronavirus, le restrizioni imposte dal governo di Pechino e la crisi aziendale della famiglia Zhang sono le concause che hanno portato alla riduzione netta di questa voce di ricavi.

L’Inter, da parte sua, si può consolare con l’aumento del valore commerciale della maglia – grazie soprattutto all’intesa siglata con lo sponsor di maglia Socios –, che ha sopperito in parte alla contrazione cinese.