Prosegue l’analisi sugli effetti economici della pandemia nel mondo del calcio. Secondo i dati del Sole 24 Ore, nel biennio 2019-21 la necessità di nuova cassa per i club europei si aggira tra gli 8,5 e i 10 miliardi di euro. Tale buco è stato coperto fino a questo momento con aumenti di capitale e nuovo debito, ma solo per il 60-80%: se non dovessero reperire le restanti risorse, molte squadre potrebbero scomparire.
L’UEFA stima che siano almeno 120 i club a rischio. Entro la fine del 2021, il debito crescerà di almeno il 35%, e le ricapitalizzazioni copriranno per il 30/40%. Gli aumenti di capitale cresceranno di almeno 3 miliardi di euro, e saranno necessari a colmare il 30% delle perdite totali dell’industria. Tirando le somme, il totale delle perdite generate negli ultimi 24 mesi viaggia nell’ordine di 9-10 miliardi di euro.
Come si sono mossi i club di fronte a questo scenario? Il quotidiano sottolinea gli esempi di Manchester City e Barcellona, che hanno finalizzato le più importanti operazioni di ristrutturazione del debito “assorbendo” più di un miliardo di euro, similmente a quanto fatto con cifre minori da Tottenham (300 milioni) e Inter (275 milioni).
Per quanto riguarda le ricapitalizzazioni, vi è quella annunciata (ma non ancora perfezionata) dalla Juventus, mentre l’operazione più importante al momento riguarda il Liverpool (circa 628 milioni di euro). Anche i Friedkin sono stati coinvolti, finalizzando un aumento di capitale fino a 210 milioni per l’AS Roma.