Dalla B alla UCL: l'Atalanta e la rivoluzione sugli italiani

Da storico vivaio a tinte tricolori a una delle squadre che utilizza di più i giocatori stranieri nei top-5 campionati d’Europa. L’Atalanta dell’era Gasperini ha cambiato quella…

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Da storico vivaio a tinte tricolori a una delle squadre che utilizza di più i giocatori stranieri nei top-5 campionati d’Europa. L’Atalanta dell’era Gasperini ha cambiato quella che era la strategia storica dei bergamaschi, da sempre serbatoio per le big e per la nazionale.

Sono lontani i tempi dei Donadoni, dei Cabrini, dei Marocchino e degli Scirea, ma anche dei Pazzini e dei Montolivo. Ora l’Atalanta non solo nel settore giovanile (alcune delle cessioni più onerosi riguardano Diallo, Kessie e Kulusevski, tutti passati dalla primavera) ma anche nella prima squadra guarda soprattutto all’estero. E forse non è un caso che l’era Gasperini sia stata quella del salto di qualità anche in Europa per i bergamaschi.

Nel 2011/12, la prima stagione dal ritorno in Serie A sotto la gestione Percassi, i calciatori italiani avevano giocato poco meno dell’80% rispetto ai minuti complessivi disputati dalla rosa bergamasca nel suo complesso: il talento e i gol li mettevano gli argentini Maxi Moralez e German Denis, ma la colonna portante della squadra era formata dagli italiani Consigli, Peluso e Cigarini.

 

L’inversione di tendenza era già in atto prima dell’arrivo di Gian Piero Gasperini, ma sotto la gestione dell’ex tecnico del Genoa ha subìto una accelerata: se nel 2016/17 italiani e stranieri si dividevano il 50% dei minuti, dal 2017/18 è iniziato il calo per quanto riguarda l’utilizzo dei giocatori nostrani.  Dieci anni e undici stagioni dopo il ritorno in Serie A, la situazione si è così praticamente capovolta: nei primi mesi della stagione 2021/22, infatti, i giocatori stranieri hanno disputato il 78% dei minuti, con gli italiani ridotti al 22%.

Il primato, in tal senso, è arrivato nel 2019/20, quando i giocatori stranieri hanno disputato il 79,5% dei minuti. Non c’è più il Papu Gomez, per anni  capitano e bandiera dei bergamaschi, ma l’asse dei bergamaschi ora è formata dai vari Musso, De Roon e Gosens, fondamentali nello scacchiere tecnico-tattico di Gasperini. Che guarda lontano dall’Italia anche sul mercato: tra gli ultimi 15 acquisti relativi alle ultime tre stagioni, solo 6 sono giocatori italiani.

Una inversione di tendenza che ha portato tuttavia i risultati: con Gasperini in panchina l’Atalanta non è mai andata oltre il 7° posto in campionato, ha centrato tre storiche qualificazioni alla Champions League raggiungendo i quarti nel 2019/20.