Ancora pochi giorni e l’Italia potrà nuovamente contendersi un trofeo europeo. Gli Azzurri sfideranno la Spagna mercoledì 6 ottobre a San Siro, per provare ad aggiudicarsi un posto per la finale (sempre a Milano) di domenica 10 sera. Ad attendere la vincente della sfida del Meazza ci sarà una tra Belgio e Francia, che si contenderanno l’accesso all’Allianz Stadium di Torino.
Il torneo, giunto alla seconda edizione, è la più recente competizione per nazioni sfornata dalla UEFA. Come riporta il Sole 24 Ore, la Nations League è nata in sostituzione delle classiche amichevoli per migliorare la qualità delle competizioni e accrescere il valore delle Nazionali. La struttura garantisce partite equilibrate tra le squadre più blasonate, con il pathos delle promozioni e retrocessioni.
Il torneo ha un impatto evidente e significativo sui conti della federazione europea. Nel 2018, anno precedente alla prima edizione, i proventi da competizioni per squadre nazionali ammontavano a 212 milioni di euro. L’anno successivo, nel 2019, tale cifra era schizzata a 551 milioni.
Quanto vale la Nations League, i premi del 2019
A beneficiarne, sottolinea il quotidiano sono anche le singole federazioni, che come riporta il Sole 24 Ore al termine della prima edizione si sono spartite 116 milioni di euro. I proventi per la partecipazione delle Nazionali erano divisi nel seguente modo:
- 2,25 milioni di euro per ognuna delle 12 squadre della Serie A
- 1,5 milioni per le 12 della Serie B
- 1,125 milioni per le 12 della Serie C
- 750mila euro per le 16 della Serie D.
Tali importi sono stati assegnati anche ai vincitori di ogni categoria. Le quattro partecipanti alle final four hanno ricevuto 918mila euro a testa, il vincitore 3,5 milioni, lo sconfitto in finale 2 milioni, e infine il terzo classificato un milione. Queste cifre, legate all’edizione 2019 vinta dal Portogallo, sono destinate a crescere per l’edizione in corso, che vede l’Italia tra le candidate alla vittoria finale.