Dopo la mancata cessione ai cinesi, Exor pronta a quotare Iveco in borsa

Accelerazione in arrivo da parte di CNH Industrial, controllata di Exor, la holding di casa Agnelli azionista di maggioranza, tra le altre società, della Juventus, per l’operazione di spin off…

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Accelerazione in arrivo da parte di CNH Industrial, controllata di Exor, la holding di casa Agnelli azionista di maggioranza, tra le altre società, della Juventus, per l’operazione di spin off di Iveco e di FPT.

Come riporta il Sole 24 Ore, l’operazione, annunciata a settembre del 2019, era stata frenata sia dalla pandemia nel 2020 che da una trattativa con i cinesi di Faw Jiefang (che offrivano 3,5 miliardi), per poi essere stoppata dalle pressioni del governo Draghi. La notizia ha già cominciato a far sentire i suoi effetti a Piazza Affari, dove il titolo di CNH registra un +4,88%, migliore performance al momento del Ftse Mib.

Alcune voci hanno instillato il dubbio che i cinesi possano tornare alla carica per una quota della nuova Iveco, la controllata che produce veicoli commerciali, quando sarà in Borsa, ma al momento non vi sono trattative intavolate. Tuttavia, l’obiettivo di CNH è quello di risolvere nel più breve tempo possibile tutte le incombenze di carattere legale e procedere nelle prime settimane del 2022, forse già entro gennaio.

Allo spin off seguirà la quotazione in Borsa, a Milano, con una valorizzazione che dovrebbe viaggiare tra i 5 e i 10 miliardi. «Siamo assolutamente in tempo per tutte le attività necessarie a condurre in porto lo spin off – ha dichiarato Annalisa Stupenengo, amministratore delegato di FPT,  la divisione dedicata alla progettazione, produzione e vendita di motopropulsori, al Sole 24 Oredel resto questo è stato l’obiettivo principale su cui il gruppo ha lavorato. Poi c’è stata un’opportunità, che non si è concretizzata».

Difficile, a questo punto, che altri compratori si affaccino, ma l’ad spiega che il gruppo è sempre pronto a «valutare qualsiasi opportunità di business. Però sarebbe sciocco di fronte a quanto sta accadendo oggi, con un mondo della mobilità e della motopropulsione in piena trasformazione, non valutare offerte di business diverse o complementari alla nostra. Vogliamo fare parte di questo cambiamento a 360 gradi».

Stupenengo richiama quindi l’«esempio emblematico» della partnership con la start up americana dei camion elettrici, Nikola, nel quadro della quale è stato inaugurato ieri il nuovo sito produttivo di Ulm, in Germania.

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Il sito produrrà i primi venticinque Nikola 3 a batteria, 560 chilometri di autonomia e due ore per la ricarica, destinati al mercato americano. Entro il 2022 seguiranno altri venticinque mezzi per il porto di Amburgo, con la produzione che dovrebbe salire a 100 unità entro il 2023. Anno nel quale sono attesi i Nikola 3 fuel cell, a idrogeno, con una autonomia di 800 chilometri e pieno in 20-25 minuti.

Tali camion, al prezzo di 260mila dollari l’uno, dovrebbero mettere Iveco e Nikola in pista per competere con i big mondiali e dare ossigeno ai conti di Nikola, messi sotto pressione da perdite operative di decine di milioni di dollari.

«Con Nikola abbiamo dimostrato come un’azienda con 150 di storia può rimettersi in gioco con l’entusiasmo di una start up per fare delle cose importanti. Questo passaggio esemplifica bene la motivazione del management che sta affrontando la sfida dello spin off, che vuole portare chiarezza al mercato e valore alle nostre aziende. Stiamo lavorando pancia a terra, con Cnh Industrial siamo molto integrati» ha concluso Stupenengo.