Non solo Juve: «Violenze tollerate in tutti gli stadi»

«La denuncia della Juve ha spalancato un mondo, sulle condotte illecite degli ultrà verso altri tifosi, tollerate, ahi me, in gran parte degli stadi italiani». Parte così la requisitoria del…

Juventus Last Banner

«La denuncia della Juve ha spalancato un mondo, sulle condotte illecite degli ultrà verso altri tifosi, tollerate, ahi me, in gran parte degli stadi italiani». Parte così la requisitoria del pubblico ministero Chiara Maina, iniziata ieri e in riferimento al processo “Last Banner”.

Si parla – scrive Il Corriere della Sera – dell’inchiesta della Digos che ha portato a giudizio 12 capi ultrà della curva sud, accusati di estorsione (ai danni del club bianconero), di violenza privata (contro altri tifosi) e, in cinque, di associazione a delinquere.

«Violenze private in curva, tollerate, ma che sono comportamenti anti-giuridici». E invece, da anni, «c’è una condizione di apparente extra territorialità delle curve». Morale: «Anche se la rappresentazione mediatica farebbe pensare alla Juve contro i suoi ultrà, il processo è più ampio», spiega Maina.

Con l’apporto di slide grafiche, il pm è andato dritto a quello che per l’accusa è il nocciolo della vicenda: «La Juve è soggetta al ricatto degli ultrà per via della responsabilità oggettiva». Fulcro della giustizia sportiva ma strumento che, da anni, viene sfruttata dalle frange più violente del tifo, in tutto il mondo.

Non solo, la Juve «è quotata in borsa, ha un’immagine internazionale, ci sono i diritti tv», tutti motivi per i quali può essere messa in difficoltà. Così, in curva ci si è organizzati: «I gruppi ultrà sono costituiti spesso da soggetti con gravi precedenti penali – argomenta il pm – o persone che hanno comportamenti aggressivi, almeno dal punto di vista sociale».

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«Comportamenti violenti e antisportivi usati come strumenti di pressione, in cambio di vantaggi economici dalla società». Per essere ancora più chiari, insiste la Procura: «Il movente non è la passione per la squadra, ma i vantaggi economici. Tanto che nelle perquisizioni sono state trovate somme cash non compatibili con le attività lavorative delle persone».