Continua il braccio di ferro tra la Federazione neozelandese di rugby (NZR) e l’Associazione dei giocatori (NZRPA) sulla questione dell’ingresso dei fondi per salvare la situazione economica degli All Blacks. La dirigenza della nazionale aveva aperto alla partecipazione di Silver Lake all’iconico brand, cosa che per i giocatori rappresenta una minaccia di appropriazione culturale.
La NZR aveva accettato l’offerta da 280 milioni di dollari neozelandesi (circa 167 milioni di euro) per cedere il 12,5% dei diritti commerciali degli All Blacks, con tanto di possibilità di negoziare contratti di merchandising e diffusione nel mondo intero.
Come riporta Radiocor, la NZRPA ha presentato la sua controproposta: vendita del 5% dei diritti commerciali tramite quotazione in Borsa, con un aumento di capitale che attirerebbe istituzioni finanziarie neozelandesi.
Tramite questa alternativa, gli All Blacks conserveranno «un controllo maggiore sul loro futuro, una maggiore flessibilità e più opzioni, condividendo i futuri risultati con i neozelandesi che desiderano sostenere l’impresa», secondo le parole della NZRPA.
«Il gioco deve cambiare, e l’iniezione di capitale di Silver Lake ci permetterebbe di re-immaginare il rugby e di investire in quei settori della comunità rugbistica che ne hanno più bisogno, in particolare il rugby adolescenziale e femminile», aveva invece dichiarato Brent Impey, presidente di New Zealand Rugby, per difendere l’ingresso della società americana.
L’Associazione dei giocatori ha in ogni caso diritto di veto, quindi ha la facoltà e la possibilità di far saltare l’accordo raggiunto tra Silver Lake e la NZR. L’esigenza di nuovi deriva dalla difficile situazione economica che la Nazionale sta vivendo, con perdite intorno ai 20 milioni di euro anche a causa di un calo delle entrate di 33 milioni di euro.