Si avvicina la data che potrà mettere un tassello decisivo nell’operazione tra i fondi d’investimento e la Serie A. Domani, giovedì 4 febbraio, i club si riuniranno in assemblea per decidere sull’approvazione del term sheet e sulla distribuzione delle risorse provenienti dalla cordata Cvc-Advent-Fsi.
Il Fatto Quotidiano ha svelato i dettagli del contratto che sarà firmato dalla Serie A, che darà vita a una Media Company, in cui confluiranno la commercializzazione dei diritti tv, la gestione di contratti commerciali, marketing e merchandising, tutto ciò che genera business.
Il 90% rimarrà alla Lega, il 10% sarà ceduto alla Salieri Investimenti: Spa con sede a Milano divisa fra i tre fondi, Cvc (50%), Advent (40%) e Fsi (10%, dentro c’è pure Cassa depositi e prestiti). L’affare – come noto – vale 1,7 miliardi, per una partnership almeno fino al 2026, poi il partner potrà rimanere, vendere o quotare in Borsa.
Per quanto riguarda la distribuzione delle risorse, all’inizio i fondi pagheranno un’entry fee da 250 milioni, con il grosso che arriverà dopo: 1,4 miliardi a fondo perduto in sei tranche, 350 milioni nel 2021-2023, 117 milioni nel 2024-2026.
In pratica, tra gettone d’ingresso e quota annuale i club dovrebbero avere subito a disposizione 600 milioni di euro, anche se i piani della Lega prevedono di distribuire alle squadre 250 milioni l’anno, con 400 milioni (bonus Covid) nel 2021, usando i criteri della legge Melandri: ci guadagnano le big e sopravvivono gli altri.
In dubbio invece l’ulteriore linea di credito da 1,2 miliardi: i club avrebbero dovuto garantire in solido, ma non si fidano tra loro. Al partner in cambio andrà il 10% delle entrate future da diritti tv: considerando che valgono oltre un miliardo a stagione, parliamo di almeno 100 milioni l’anno.
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Infine, il capitolo governance. Nel Cda a 13 membri, 7 spetteranno alla Lega (già eletto, tra gli altri, Andrea Agnelli), ma i fondi sceglieranno l’amministratore delegato, su cui la Lega potrà porre il veto solo una volta.