Tavecchio a Calcio e Finanza: «Il mio piano per i dilettanti in Lombardia»

Una riunione immediata con tutte le società per capire come comportarsi per la ripartenza dei campionati. La creazione di una sorta di lobby, “coinvolgendo tutti i parlamentari del territorio”, per…

Tavecchio candidatura Crl

Una riunione immediata con tutte le società per capire come comportarsi per la ripartenza dei campionati. La creazione di una sorta di lobby, “coinvolgendo tutti i parlamentari del territorio”, per promuovere una legge quadro “che arrivi prima del 2022, e sia superiore, alla Riforma Spadafora. Infine, “la ristrutturazione del modo di fare calcio in Lombardia per creare un nuovo sistema partecipativo, con dei centri di ascolto sul territorio e una cinghia di trasmissione che dalle province arrivi a Milano”.

Sono questi i primi tre impegni concreti che Carlo Tavecchio, ex presidente della Figc candidato per la Presidenza del Comitato Regionale Lombardo della Lega dilettanti, ha preso davanti alle telecamere di Calcio e Finanza. Lo ha fatto durante la prima parte del faccia a faccia a distanza, che vedrà venerdì 8 alle 17, la videointervista al suo sfidante Alberto Pasquali.

Tavecchio, ha promesso la richiesta di “un forte decentramento, togliendo i troppi balzelli che ci sono nel sistema attualmente”. Così come di abbassare “tremendamente” le iscrizioni ai campionati.

“Andremo poi ad affiancare le Società nella trattativa con i Comuni sui territori – ha sottolineato -. Ho fatto il sindaco per 20 anni e non mi vengano a raccontare che le Amministrazioni non possono dare contributi. Di recente, mi sono presentato al mio Comune e ho detto ‘se non ci date un contributo noi non possiamo più fare il settore giovanile’: ci hanno dato 20mila euro. Questo significa parlare chiaro. Le società, come quella che gestisco da tempo nel mio paese, hanno bisogno di contributi, non sono più indipendenti economicamente. Poi, devono essere capici di saper gestire le risorse, senza spese avventate, puntando sui giovani e sui vivai”.

Sulla ripresa dei campionati, un freno: “Il protocollo così com’è non è applicabile. È fatto per il mondo professionistico, al massimo per la Serie D. Le piccole società non hanno la possibilità economica e organizzativa di sostenerlo. Dobbiamo rivedere e reimpostare tutto”.