Pioli Milan Champions – «Il momento migliore del 2020? La sera del 20 luglio, quando Gazidis mi telefona alla vigilia di Sassuolo-Milan per comunicarmi che lui e la proprietà avevano deciso di confermarmi per la stagione successiva, se mi andava bene». E’ questa la scelta di Stefano Pioli, uno degli artefici della rinascita del Milan, prima squadra in Italia per punti totalizzati nel 2020 (davanti a Inter e Atalanta).
Il tecnico rossonero racconta nell’intervista rilasciata al Corriere della Sera dei mesi vissuti con l’ombra di Rangnick: «Io non ho mai smarrito la mia serenità. Gazidis prima della partita col Genoa venne a Milanello a dire che le scelte sarebbero state fatte a fine campionato e non prima. Per me le cose erano chiare. Perciò ho continuato a lavorare per meritarmi quella fiducia, senza ascoltare ciò che si diceva in giro. Mi sono concentrato solo sul campo e sulla squadra. Il mio obiettivo era arrivare il più alto possibile».
Pioli Milan Champions: il presente e gli obiettivi per il 2021
E il presente? «La prima volta che sono entrato a Milanello ho sentito qualcosa di magico, un’ energia unica. Ma il fatto è che la risento ogni mattina alle 8. So di essere fortunato. E farò di tutto per continuare a meritarmi questa fortuna. Al Milan a vita come Wenger o Ferguson? Vivo nel presente, che è un presente bellissimo».
Obiettivi del 2020 raggiunti («Passare preliminari e gironi di Europa League e vincere la classifica del 2020», spiega Pioli), e nel 2021: «L’obiettivo numero uno è continuare a migliorare. E, sì, tornare in Champions. Il club non ci ha chiesto nulla, non ci vuole dare pressioni, questo io l’ho apprezzato moltissimo. Ma noi abbiamo bene in testa che dobbiamo fare di tutto per riportare il Milan dove deve, cioè in Champions».
Pioli Milan Champions: il mercato e Ibra
Sul mercato: «Qui ora c’è entusiasmo, serietà, compattezza. Il gruppo è forte, unito, orgoglioso. Chi entra, se entrerà, deve avere la stessa applicazione, Ecco, con la fatica che abbiamo fatto a raggiungere questo equilibrio dobbiamo stare attenti a non spezzarlo. Su questo punto c’è totale sintonia. Se si può migliorare, miglioriamo. Sennò restiamo benissimo così».
Chiosa finale proprio su Ibra, che sarà protagonista a Sanremo: «Mai conosciuto un giocatore così intelligente e simpatico. Sono momenti così, tornerà e giocherà più di prima. Ma già la sua presenza è fondamentale, sa trascinare e stimolare i compagni. Come gestirlo? In realtà non è difficile. Perché siamo entrambi diretti, non ci nascondiamo, nel bene e nel male. Ci siamo detti anche cose negative, succede, è normale, è la dinamica logica di una squadra. Una volta è entrato nel mio ufficio e mi ha detto: mister, oggi parlo io. Io mi sono messo lì e ho ascoltato E poi? Il giorno dopo ho parlato io. Funziona così».