Genoa cessione Garrone – Questa volta l’affare sembrava essere sul punto di andare in porto. Una cordata piemontese con ai vertici Pier Domenico Garrone (solo omonimo, nessun rapporto di parentela con la famiglia che per anni ha legato il suo nome alla Sampdoria) e Andrea Bruzzone aveva convinto Preziosi a cedere il Genoa.
Lo riporta l’edizione genovese de La Repubblica, spiegando che i fili della trattativa sarebbero stati mossi da un presidente di Serie A parecchio influente a livello di Lega ed anche legato allo stesso Preziosi, che di lui si fida ciecamente.
Perfino la due diligence era stata superata brillantemente. Insomma, sembrava tutto fatto. Nello studio in via Principe Amedeo a Milano dell’avvocato Bruno Gattai, il legale che aveva anche curato la trattativa Preziosi-Gallazzi, venditore ed acquirenti si erano trovati anche d’accordo sulle cifre: 30 milioni più l’intero monte debito.
Al momento delle firme però non era stata infatti bonificata la somma che doveva dare il via libera all’operazione. Tutto rinviato alla metà di gennaio, ma con grossi dubbi da parte di Preziosi che ha sempre dichiarato che il Genoa lo cederà soltanto a «un imprenditore capiente», capace di avere una grande disponibilità economica.
Questa disponibilità la hanno Pier Domenico Garrone, ex presidente dell’Enoteca del Piemonte e Andrea Bruzzone, direttore generale della Made in Italy Investimenti? La società che ha sede ad Acqui terme, è una management company che si propone di investire sul territorio (basso Piemonte ma anche Liguria), ma resta da capire se ora possa rimanere in gioco.
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Come potenziale acquirente – conclude Repubblica – si era fatto avanti anche Gustavo Mascardi, intraprendente e disinvolto procuratore in attività sin dagli anni ‘90, che l’operazione la voleva portare avanti attraverso il fondo Pencil Hill Ltd. di sua proprietà, ma la trattativa si era arenata quasi subito.