La Federcalcio degli Stati Uniti e la nazionale femminile, Campione del Mondo, hanno dichiarato martedì di aver risolto la questione relativa alle condizioni di lavoro. Entrambe le parti hanno annunciato l’accordo come una vittoria, prima che le giocatrici proseguano la loro lotta per la parità salariale.
L’accordo, depositato presso il tribunale distrettuale degli Stati Uniti per il distretto centrale della California, è per le giocatrici un primo passo sulla strada che porta all’appello contro la decisione del giudice Gary Klausner. Lo scorso maggio infatti il giudice del Tribunale distrettuale degli Stati Uniti per la California centrale a Los Angeles ha respinto la richiesta, delle giocatrici della squadra di calcio degli Stati Uniti, di parità di retribuzione con la squadra maschile.
Le giocatrici della nazionale statunitense avevano chiesto un risarcimento di oltre 66 milioni di dollari alla federcalcio (U.S. Soccer Federation) nell’ambito della loro causa per discriminazione di genere. Tra i documenti presentati, anche gli accordi collettivi della nazionale maschile e della nazionale femminile, da cui è emersa non solo la disparità di trattamento per i bonus, ma anche la differente struttura dei pagamenti riservati ad atleti e atlete.
Aver risolto la questione apre la strada alle giocatrice verso l’appello per ottenere la parità salariale. Allo stesso tempo la rimozione di uno degli ultimi elementi irrisolti nella causa contro la discriminazione salariale della squadra ha permesso alla Federcalcio degli USA di sbarazzarsi di un punto di contesa e di segnalare l’apertura del calcio statunitense
La presidente del calcio statunitense, Cindy Parlow Cone, ha accolto l’accordo sottolineando gli sforzi della federazione per risolvere la questione legata alla squadra femminile e alla disparità salariale.