Ristori Ter, contributi anche per professionisti e imprese

Nel Ristori Ter contributi a fondo perduto anche per i professionisti e per le imprese che benché operativi abbiano subito un calo del fatturato. Rinvio delle dichiarazione dei redditi in…

Spostamenti tra regioni

Nel Ristori Ter contributi a fondo perduto anche per i professionisti e per le imprese che benché operativi abbiano subito un calo del fatturato. Rinvio delle dichiarazione dei redditi in scadenza il 30 novembre e una sorta di rottamazione per le procedure fallimentari. Sono queste alcun delle misure che verranno introdotte dal nuovo decreto Ristori, il terzo capitolo.

Per quanto riguarda i nuovi indennizzi il decreto Ristori Ter cambia metodo, come sottolinea Italia Oggi. Si tratterà di indennizzi per quelle realtà che hanno continuato a operare, che si tratti di aziende o di studi professionali, ma che abbiano subito un calo del fatturato da calcolare su più mesi o addirittura sull’anno. L’intervento vuole riconoscere un ristoro a chi mantenendo aperto ha comunque avuto incassi falcidiati dall’epidemia di Covid-19. Per avvocati, commercialisti e notai si tratta di un cambio di metodo dopo l’esperienza non felice dell’ una tantum da 600 euro di marzo e aprile.

Si riconosceranno indennizzi anche nella logica della filiera e non più per singoli codici Ateco e le misure potranno ampliarsi o restringersi negli importi tenendo conto anche delle ordinanze del ministero delle salute per lo stato di lockdown da applicare alle diverse regioni.

I fondi per la terza parte del decreto Ristori dovrebbero essere ricavati da una correzione del tendenziale della nota di aggiornamento del documento economico e finanziario (Nadef) in quanto sono attesi incassi di gettito maggiori rispetto a quelli previsti e la modifica sarà impiegata per ampliare la platea.

Giovanni Currò, membro della commissione finanze della camera M5S, ha così commentato il decreto Ristori 3: «Si crei ora una task force permanente che coinvolga sia le associazioni di imprese, che necessitano e necessiteranno di un affiancamento costante, ma anche il settore bancario, soprattutto di carattere territoriale, che ha bisogno di essere liberato delle vecchie ingessature dimostratesi costose ed inefficaci. L’Italia non può commettere gli stessi errori del passato in tempi di crisi».