Stop Primavera, Criscitiello: «Club italiani gestiti da incapaci»

Duro attacco del direttore di Sportitalia, Michele Criscitiello, dopo la decisione della Lega Serie A di sospendere il campionato Primavera fino al 3 dicembre. L’emittente – ricordiamo – detiene…

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Duro attacco del direttore di Sportitalia, Michele Criscitiello, dopo la decisione della Lega Serie A di sospendere il campionato Primavera fino al 3 dicembre. L’emittente – ricordiamo – detiene i diritti di trasmissione delle partite della competizione.

«Imbarazzante la scelta da parte dei club di sospendere il campionato Primavera fino al 3 dicembre già penalizzato lo scorso anno con la brusca e definitiva interruzione. Questa scelta è l’ennesima dimostrazione di come i nostri club siano ignoranti e gestiti da presidenti che non danno valore ai nostri giovani», ha esordito Criscitiello.

Criscitiello è «sorpreso dal fatto che in prima linea ci siano club come Juventus, Inter e Atalanta, ovvero squadre che con i giocatori hanno fatto i soldi a forza di plusvalenze. Hanno votato per continuare club piccoli come Empoli ed Ascoli che non hanno il fatturato di Juve, Inter, Atalanta e Lazio. Tra le grandi capiscono il valore dei ragazzi solo Milan, Roma e Napoli che si sono opposte».

«Il campionato – prosegue il direttore di Sportitalia nel suo attacco – doveva fare tutto ma non penalizzare i giovani: il campionato si ferma perchè non si ha la capacità di fare i tamponi e perchè i club non vogliono spendere una cifra irrisoria. I nostri ragazzi vengono trattati in modo imbarazzante e vergognoso; i club fanno quello che vogliono senza puntare sui giovani».

«Molte società dovrebbero guardarsi allo specchio e capire che il calcio non sta fallendo per via del Covid, ma perchè i club sono gestiti da incapaci. I ragazzi della Primavera sono professionisti da contratto e non puoi applicare il protocollo Dilettanti. Il calcio femminile ha lo status da Dilettanti ma il protocollo è della Serie A dei professionisti. Scelte illogiche in un Paese che ammazza i giovani», ha concluso.