Discovery guarda Mediaset: riflessioni in casa Fininvest

Le indiscrezioni su un forte interessamento del colosso Usa dei media Discovery nei confronti di Mediaset hanno creato qualche fastidio ai piani alti del Biscione e dell’azionista di controllo Fininvest.

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Berlusconi malattia

Le indiscrezioni su un forte interessamento del colosso Usa dei media Discovery nei confronti di Mediaset hanno creato qualche fastidio ai piani alti del Biscione e dell’azionista di controllo Fininvest.

«Una fusione tra Mediaset e il gruppo americano Discovery verrebbe difficilmente presa in considerazione dal Biscione in quanto troppo diluitiva per l’azionista di controllo Fininvest. Mentre sarebbe stato possibile ragionare su un ingresso delle attività europee del gruppo americano in Mfe, ipotesi però tramontata dopo la bocciatura della holding da parte dei tribunali spagnoli e olandese», hanno fatto trapelare ieri da Cologno Monzese dopo le indiscrezioni uscite sui giornali.

Secondo quanto riferisce oggi il quotidiano La Repubblica, tra i più freddi verso le avance del gruppo fondato da John Malone, che in Italia è presente attraverso Eurosport, Canale 9 e un network di canali tematici, ci sarebbe il direttore finanziario di Mediaset, Marco Giordani, ormai tutto proiettato verso un accordo con Vivendi.

Più possibilista, scrive il quotidiano, sarebbe invece Pier Silvio Berlusconi, che però vuole continuare a gestire la parte dei contenuti, suo campo di competenza da molti anni.

Decisivo rimane comunque il parere di Silvio Berlusconi, che pur avendo lasciato le cariche operative del gruppo nel lontano 1994 per fondare Forza Italia, segue comunque da vicino le sorti delle tv da lui fondate.

Alle soglie degli 84 anni, con i due rami famigliari che mal si sopportano, Berlusconi sente il dovere di trovare un futuro sereno per i suoi figli, oltre che per il gruppo.

Per questo le avances di Discovery, stando almeno alla ricostruzione di Repubblica, non l’hanno lasciato indifferente.

Certo ci sarebbe da negoziare un buon prezzo, la governance e la presa sulle attività italiane che resterebbero sotto la guida di Pier Silvio, mentre al resto della famiglia andrebbero azioni di un colosso mondiale del media.

Anche perché questa è la stessa soluzione che ha seguito il suo vecchio amico Rupert Murdoch. Quando nel 2014 Time Warner ha rifiutato l’offerta da 80 miliardi di dollari lanciata da Fox ha capito che contro i colossi si usciva perdenti e ha messo all’asta il suo gruppo.

Dalla Disney ha preso cash (12 miliardi) e azioni che poi ha distribuito ai figli senza più cariche operative. E ha anche venduto Sky all’altro colosso Comcast tenendosi solo Fox News e il Wall Street Journal. Lo stesso potrebbe fare Berlusconi, assicurando ai suoi eredi un futuro di dividendi senza battaglie legali.