Spadafora: «Su riapertura calcetto decida il Governo»

«Caro Presidente, il recente parere del Comitato Tecnico Scientifico sullo sport di contatto sembra decontestualizzato dalla realtà dei fatti e prefigura ulteriori sacrifici a migliaia di operatori del mondo sportivo».

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«Caro Presidente, il recente parere del Comitato Tecnico Scientifico sullo sport di contatto sembra decontestualizzato dalla realtà dei fatti e prefigura ulteriori sacrifici a migliaia di operatori del mondo sportivo».

E’ questo l’inizio di una lettera che il ministro per le politiche giovani e lo sport Vincenzo Spadafora ha indirizzato al Premier Conte e al ministro della salute Speranza, dopo il parere negativo del Cts sull’ok alla ripresa degli sport di contatto.

«A seguito delle difficili settimane di lockdown, la riapertura delle attività economiche e sociali del Paese, realizzata grazie al senso di responsabilità di cittadini, artigiani professionisti e imprese, mostra, d’altronde, quotidiane scene di assembramenti che paiono caratterizzarsi per senso di ineluttabilità», scrive Spadafora.

«Solo a titolo esemplificativo, non posso non menzionare le immagini di manifestazioni politiche, culturali e sportive, le stazioni affollate e le piazze e strade gremite. Assistiamo sempre più frequentemente a forme di utilizzo delle mascherine assai difformi dal loro effettivo scopo», aggiunge il ministro.

«So bene quanto importante sia il rispetto delle norme di distanziamento fisico, ma non credo si possa prescindere dall’osservazione empirica di quanto accade sotto i nostri occhi. Diventa sempre più difficile spiegare il motivo di posizioni del tutto intransigenti e, nello specifico, dell’impossibilita di individuare soluzioni e percorsi che, a certe condizioni, possano consentire la ripresa degli sport di contatto e soprattutto delle attività sportive amatoriali (partite di calcetto, beach volley, pallavolo, ecc.)».

«In questa direzione, stanno andando, del resto, quasi tutte le regioni italiane, ponendosi per il Governo un tema la cui cifra va oltre quella della tutela sanitaria. L’attuale situazione sta determinando un duplice effetto negativo: da un lato, migliaia di Associazioni sportive dilettantistiche e Società sportive dilettantistiche sono costrette a cessare le proprie attività e a licenziare di fatto i propri collaboratori; dall’altro, gli sforzi sinora compiuti rischiano di essere seriamente compromessi», prosegue ancora.

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«Per altro verso, non può sfuggire che le risorse messe a disposizione per il sostegno al mondo delle ASD e le SSD non siano pienamente sufficienti a soddisfare tutti i bisogni che, nei prossimi mesi, potrebbero accrescersi. Ecco perchè ritengo che, pur riconoscendo l’alto valore del lavoro svolto in questi mesi dalle Autorità Sanitarie, il citato parere del Comitato non sia del tutto dirimente».

«Del resto – conclude Spadafora –, le valutazioni di specie non spettano esclusivamente al CTS ma al Governo, che, nella piena assunzione delle proprie responsabilità, si determina sulla base del contesto generale, in ordine ad un quadro di valutazioni più ampie e approfondite».