Tensione club-giocatori sugli allenamenti: nodo stipendi

“Allenamenti individuali, ma anche facoltativi. Un aggettivo che fa la differenza”, scrive oggi il Corriere dello sport. Sì perché molti giocatori su quell’aggettivo si sono posti delle domande, che hanno…

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“Allenamenti individuali, ma anche facoltativi. Un aggettivo che fa la differenza”, scrive oggi il Corriere dello sport. Sì perché molti giocatori su quell’aggettivo si sono posti delle domande, che hanno riportato ai loro rappresentati dell’AIC.

In seguito i calciatori hanno scritto ai rispettivi club per puntualizzare che torneranno ad allenarsi per volontà propria, ma hanno voluto puntualizzare che faranno gli interessi del club e che quindi questa non potrà essere considerata soltanto una scelta autonoma. Così facendo, hanno voluto sottolineare che gli allenamenti sono da considerarsi come qualsiasi altra attività calcistica, perciò una prestazione lavorativa che i giocatori forniscono al club.

La paura dei calciatori, vista la mancanza di una data sia per quanto riguarda la possibilità di effettuare allenamenti in gruppo, sia per la ripresa del campionato, è quella di sottoporsi a un rischio che poi non verrà riconosciuto dal club dal punto di vista dell’ingaggio, sopratutto nel caso in cui la stagione venga chiusa definitivamente.

Il presidente del sindacato dei calciatori, Damiano Tommasi, ha voluto sottolineare come: “Questi mesi di quarantena, non sono stati mesi di inattività. I giocatori infatti si sono allenati a casa, i muscoli si sono rafforzati, seguendo le indicazioni e gli ordini dei club”.

“Mancano certezze. Si sta studiando il protocollo per la ripresa degli allenamenti in gruppo dal 18-19 maggio, ma non vi è ancora nulla di ufficiale – ha proseguito il numero uno dell’Assocalciatori – Per quanto riguarda i match ufficiali non si sa ancora nulla, per i viaggi e gli spostamenti, per l’incrocio di due squadre. Non abbiamo risposte e questo genera incertezza, mancano le date…”