Contributi a fondo perduto: si guarda al modello Francia

Contributi a fondo perduto per le imprese che hanno dovuto sospendere l’attività o hanno registrato un calo sensibile del giro d’affari a seguito dell’emergenza coronavirus.

Ci sono anche gli indennizzi diretti alle…

Cassa integrazione in deroga

Contributi a fondo perduto per le imprese che hanno dovuto sospendere l’attività o hanno registrato un calo sensibile del giro d’affari a seguito dell’emergenza coronavirus.

Ci sono anche gli indennizzi diretti alle imprese tra i provvedimenti allo studio del ministero dello Sviluppo economico in vista dell’approvazione da parte del governo del cosiddetto Decreto Aprile. Provvedimento che dovrà completare la gamma di aiuti già varati con il Decreto Cura Italia e con il Decreto Liquidità.

Secondo quanto riferito dal Sole 24 Ore i contributi a fondo perduto per le imprese potrebbero essere compresi tra 1.500 e 3.000 euro e sarebbero destinati principalmente alle micro-imprese.

L’ipotesi cui stanno ragionando i tecnici del dicastero guidato da Stefano Patuanelli sarebbe quella di comprendere nella platea dei beneficiari del provvedimento le imprese con dipendenti compresi tra 0 e 9 e il cui fatturato non superi il milione di euro.

Ma per avere certezze sull’entità dell’intervento, occorrerà aspettare ancora: tutto dipenderà dalla composizione finale del decreto legge in arrivo, un complicato puzzle di misure per i lavoratori, finanziamento delle garanzie sul credito, interventi per la sanità e la protezione civile, sostegni per la famiglia e i consumi (c’è anche l’ipotesi del bonus vacanze).

Per i contributi a fondo perduto per le imprese sembra difficilmente percorribile l’ipotesi di un forfait per erogarli a pioggia. L’idea è dunque quella di parametrare l’importo dell’indennizzo al fatturato dell’imprese.

Per un’operazione abbastanza strutturata, al ministero dello Sviluppo economico si ragiona in questi giorni su un fabbisogno di 7-8 miliardi (fino a 10 nell’ipotesi più ottimistica).

Contributi a fondo perduto per le imprese – Il modello francese

La strada dei contributi a fondo perduto per le imprese colpite dall’emergenza COVID-19 è stata già percorsa dalla Francia di Emanuel Macron.

Lo scorso 14 aprile la Commissione europea ha dato il via libera a Parigi all’istituzione di un Fondo di solidarietà che erogherà aiuti di stato per complessivi 4,6 miliardi di euro.

I beneficiari del provvedimento varato dal governo francese sono le imprese fino a 10 dipendenti, con un fatturato annuo non superiore a 1 milione.

Possono fare richiesta dell’indennizzo diretto solo le imprese la cui attività è stata chiusa per decisione dello Stato a seguito della pandemia di coronavirus o il cui fatturato mensile di marzo e/o aprile 2020 è diminuito del 50% rispetto allo stesso periodo del 2019.

Contributi a fondo perduto per le imprese – Il modello italiano

Lo schema adottato dalla Francia potrebbe essere utilizzato dal governo italiano ma apportando alcune differenze.

La platea dei potenziali beneficiari comprenderebbe infatti le imprese fino a 9 dipendenti (non fino a 10 come in Francia).

Si pensa inoltre a un tetto ulteriore relativo al reddito imponibile dell’ impresa.

In generale l’idea è quella di un fondo di ultima istanza slegato da criteri settoriali, rivolto alle aziende più piccole, soprattutto a quelle che finora non hanno avuto vantaggi dalle misure già varate o che potrebbero avere difficoltà a ottenere i prestiti bancari garantiti dallo Stato.

Secondo le rilevazioni dell’Istat, in Italia ci siano 4,1 milioni di imprese nella classe 0-9 dipendenti. Tuttavia la platea come detto sarebbe ridotta alla luce degli altri filtri: ricavi annui, situazione di crisi non antecedente al 31 dicembre 2019, perdita di fatturato, eventualmente reddito imponibile.

Contributi a fondo perduto per le imprese – Le parole del ministro Patuanelli

«Ci sono imprese che non sono comprese, penso alle srl», ha affermato il ministro, «Per le imprese con meno di 10 dipendenti stiamo lavorando a una misura di ristoro diretto che potrà garantire liquidità diretta e non a prestito», ha affermato il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli nel corso del Question time di mercoledì 22 aprile.