Renzo Ulivieri, presidente dell’Associazione Italiana Allenatori, è intervenuto ai microfoni de “Il Giorno”, dove ha parlato del futuro del campionato italiano a seguito dell’emergenza Coronavirus.
«Le dico tranquillamente qual è la nostra posizione. E’ ovvio e giusto salvaguardare la sicurezza del mondo del calcio, rispettare i canoni che ci sono e ci dovranno essere per ripartire, ok? Detto questo, noi diamo la nostra disponibilità a ricominciare», ha esordito Ulivieri.
«Siamo chiari: se oggi le autorità che gestiscono l’emergenza sanitaria o magari il Governo, ci dicessero che c’è bisogno del nostro lavoro, di riaccendere il mondo del calcio, anche per una questione psicologica o sociale… beh, è il nostro lavoro e quindi, lo ripeto, piena disponibilità a tornare a lavoro», ha aggiunto.
Sulla possibilità che iniziando troppo tardi si rovini anche la prossima stagione: «Ho un pensiero personale su questo. Leggo che, dopo Pasqua, potrebbe ripartire qualcosa… Dunque: se magari si faranno tornare in fabbrica alcune categorie di lavoratori, davvero il calcio non sarebbe in grado di ricominciare a muoversi? Io dico di sì. In sicurezza, ovvio, ma se qualcuno presto tornerà a lavorare, noi abbiamo l’obbligo di mandare un messaggio di disponibilità a fare lo stesso. Siamo una categoria privilegiata, è bene ricordarselo e dare l’esempio è un qualcosa che ci viene naturale».
Una battuta su come gli allenatori stanno vivendo la quarantena: «E’ tutto molto complicato, ma nessuno ha voluto perdere tempo. Si sono, ci siamo, inventati cose di ogni tipo per guidare i ragazzi e nel mio caso le ragazze del Pontedera, la squadra che alleno, in serie C».