Cannavaro a CF: «I campioni del 2006 in campo contro il virus»

I Campioni del Mondo del 2006 scendono nuovamente in campo per una partita di importanza fondamentale per l’Italia, quella contro il Coronavirus Covid-19.

Nei giorni scorsi i giocatori della Nazionale italiana…

Italian defender Fabio Cannavaro (C) cel

I Campioni del Mondo del 2006 scendono nuovamente in campo per una partita di importanza fondamentale per l’Italia, quella contro il Coronavirus Covid-19.

Nei giorni scorsi i giocatori della Nazionale italiana trionfatrice nel mondiale di Germania hanno infatti lanciato sulla piattaforma Gofundme la campagna BE CHAMPION against COVID 19 per raccogliere fondi da destinare alla Croce Rossa Italiana e aiutare l’Italia a fronteggiare e sconfiggere l’emergenza Coronavirus.

«L’idea è nata nei giorni scorsi quando Sky, per lanciare un messaggio di unità e solidarietà agli italiani, ha deciso di mandare in onda le partite della Nazionale del 2006», spiega a Calcio e Finanza il capitano degli azzurri mondiali, Fabio Cannavaro, da poco rientrato in Cina, dove ha avuto modo di vivere in prima persona sia lo scoppio dell’epidemia di Covid-19 sia le misure messe in campo dal governo di Pechino per contenere il contagio.

«Ci siamo sentiti sulla nostra chat di Whatsapp», racconta Cannavaro, «e abbiamo deciso di dare il nostro contributo ad una battaglia, quella contro il Coronavirus, che può e deve essere vinta con il supporto di tutti, oltre che con comportamenti responsabili come lo stare a casa per evitare la diffusione del virus».

A chi è venuta l’idea di lanciare la raccolta fondi?

Massimo Oddo ed io avevamo iniziato a parlarne fin da subito. Poi Alex Del Piero ha trovato la soluzione sul come farlo, individuando nella piattaforma Gofundme lo strumento più adatto. Lo abbiamo proposto agli altri ragazzi e tutti si sono detti d’accordo nel destinare i fondi raccolti alla Croce Rossa Italiana per potenziare tutte le strutture regionali kit, mezzi e materiale necessario per fronteggiare l’emergenza Coronavirus.

Che cosa vi ha portato a scegliere la Croce Rossa Italiana?

Abbiamo cercato un ente che fosse molto snello ma che fosse anche direttamente attivo sul territorio. Crediamo che questa cosa sia molto importante in quanto consentirà a tutti coloro che decideranno di partecipare alla raccolta fondi di vedere dove andranno a finire i soldi versati. Per noi è fondamentale – e lo dico anche per l’esperienza con la mia fondazione a Napoli – far capire alla gente dove vanno i soldi che vengono raccolti. E’ inutile mettersi a fare progetti faraonici. Noi vogliamo che la gente veda che i soldi che sono stati raccolti siano destinati a persone reali che li utilizzeranno per aiutare gli altri. Noi campioni ci siamo tutti autotassati e nei prossimi giorni ufficializzeremo le cifre che abbiamo raccolto finora.

Com’é stata accolta questa vostra iniziativa?

Finora abbiamo avuto molte adesioni nel mondo del calcio e da tanti amici che ci sono stati vicini in questi anni come mio fratello Paolo, Vincenzo Montella, Giorgio Chiellini, Mimmo Criscito. La lista sarebbe lunghissima e mi scuso se non riesco a ringraziare tutti coloro che finora ci hanno dato fiducia contribuendo alla raccolta fondi. Ma anche in termini di visibilità sono stati in tanti, grazie anche ai social, a far conoscere questa nostra iniziativa anche all’estero. Penso a Kakà in Brasile, a Beckham in Inghilterra e a Verratti in Francia. 

Ieri la Uefa ha deciso di rinviare al 2021 i Campionati Europei di calcio. Pensa che questa misura basterà per far concludere la stagione entro il 30 giugno?

Quando sento parlare di date in una situazione di emergenza come quella che stiamo vivendo in Italia e in tutta Europa mi viene la pelle d’oca. In Cina, dove l’epidemia è iniziata a metà dicembre, hanno annunciato solo oggi che le attività sportive potranno riprendere da inizio maggio. Se in Italia e in Europa si parla già di date vuol dire che l’esperienza cinese non è servita a nulla. Per me oggi è del tutto prematuro parlare di date, quello che invece dobbiamo metterci in testa una volta per tutte è che dobbiamo rimanere in casa, per il nostro bene e per quello degli altri.

Dobbiamo dunque prendere atto che il campionato potrebbe anche non riprendere più?

La conclusione del campionato la si può posticipare anche in estate. Prima però è necessario superare l’emergenza sanitaria e contenere la diffusione del Coronavirus. Io penso che la soluzione rispetto ai calendari sportivi la si troverà solo il giorno in cui saremo certi che questo virus è sotto controllo. Ma l’unico modo per farlo, ribadisco, è di stare in casa e non avere contatti con le altre persone, tanto più che in Italia e in Europa il contagio non ancora avuto il suo picco più alto. Fino ad allora è inutile parlare di date.

Il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, ha fatto sapere che il governo sta pensando ad un divieto assoluto per le attività motorie all’aperto. Basta corse al parco, anche da soli e rispettando le distanze di sicurezza. E’ d’accordo?

Ben venga un provvedimento del genere. Purtroppo, e lo vediamo in molte immagini diffuse dai media, molti italiani non hanno ancora capito che è necessario stare in casa per limitare il più possibile la diffusione del virus. Essere in quarantena significa stare a casa, non andare a correre.

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[Intervista realizzata in collaborazione con Willy Vecchiattini]