Bartomeu chiede all'UE un "Decreto Crescita" per tutti i calciatori in Europa

Mentre scoppiava il conflitto Abidal-Messi, il presidente del Barcellona Josep Maria Bartomeu si trovava a Bruxelles per provare ad ampliare il raggio d’azione delle norme fiscali che in Italia rientrano…

Josep Maria Bartomeu

Mentre scoppiava il conflitto Abidal-Messi, il presidente del Barcellona Josep Maria Bartomeu si trovava a Bruxelles per provare ad ampliare il raggio d’azione delle norme fiscali che in Italia rientrano all’interno del Decreto Crescita relativamente alle agevolazioni per i calciatori che arrivano in Serie A.

Come riporta il Mundo Deportivo, il presidente del Barça ha avuto un incontro con David Sassoli, presidente del Parlamento europeo, a margine del viaggio in Belgio insieme all’associazione “Barcelona Futur”, che si occupa della crescita dell’intera città catalana. Un appuntamento di cui Bartomeu ha voluto approfittare.

Il numero uno blaugrana, in effetti, avrebbe chiesto a Sassoli di fare la sua parte per equiparare nel resto d’Europa la politica fiscale che l’Italia applica ai calciatori, con la riduzione dell’imponibile fiscale del 50% per i giocatori che arrivano nel nostro paese dopo almeno due anni all’estero, nelle norme del Decreto Crescita relative al rientro in Italia degli espatriati.

Una norma che i club italiani hanno già sfruttato per molti dei propri acquisti e per cui non erano mancate le polemiche all’estero. «Siamo svantaggiati rispetto all’Italia. Nell’industria calcistica, il fatto che il calciatore d’élite abbia un vantaggio fiscale non significa che si riscuotano meno tasse, perché alla fine quello che succede è che il denaro che si smette di pagare per un giocatore viene investito nell’arrivo di altri. L’Italia è stata molto intelligente», le parole di Javier Tebas, presidente della Liga.

Come spiegato dal Mundo Deportivo, potrebbe essere una soluzione per il Barcellona non solo nell’acquistare i giocatori, ma anche nel venderli: considerando gli alti stipendi dei propri esuberi, infatti, oggi sono poche le squadre che possono permetterseli ma, nel caso in cui fosse concessa un’agevolazione, potrebbe allargarsi il numero di club disposti ad acquistarli.

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