Il ritorno di Umberto Gandini al Milan potrebbe diventare presto realtà: a dare una spinta ulteriore alla situazione, emerge dal bilancio della Roma la rinuncia alla clausola di non concorrenza.
Nel dettaglio, l’ex amministratore delegato della Roma, dimessosi in data 1 ottobre 2018 a seguito delle dimissioni presentate in data 27 settembre 2018, ha percepito una retribuzione fissa in qualità di dirigente della società giallorossa pari a 852 mila euro lordi.
Ai sensi dell’accordo di risoluzione del contratto di lavoro, si legge nel documento, «la società ha riconosciuto in favore del Dott. Gandini un ammontare lordo di Euro 856.664,00, da corrispondersi in 13 (tredici) rate mensili, a titolo di transazione».
«Inoltre, per la cessazione del rapporto di lavoro saranno corrisposte al Dott. Gandini le competenze accessorie e di fine rapporto dovute per legge e contratto collettivo (TFR, eventuali ferie maturate e non godute, ecc)».
La Roma inoltre spiega che «tra la Società, gli Amministratori ed i dirigenti strategici non esistono accordi che prevedano indennità o altri particolari trattamenti in caso di cessazione della carica, né accordi che contemplino impegni di non concorrenza, eccezion fatta per il contratto sottoscritto con l’Amministratore Delegato Dott. Umberto Maria Gandini per il quale era previsto –al verificarsi di specifiche circostanze – un patto di non concorrenza della durata di 6 (sei) mesi dalla cessazione del rapporto di lavoro con la Società, al quale le parti hanno deciso di non dare esecuzione al momento della risoluzione anticipata del rapporto di lavoro avvenuta il 27 settembre 2018».
Gandini quindi è sostanzialmente libero di tornare al Milan. Il nodo potrebbe essere sciolto nelle prossime settimane, con l’intervento anche in prima persona del nuovo ad rossonero Ivan Gazidis, secondo quanto riporta Repubblica.
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