Diritti tv Cairo – In attesa della prossima assemblea di lunedì, il sistema calcio si trova a dover fare i conti con il caos dei diritti tv della Serie A. La Lega li ha venduti a Mediapro per 1050 milioni a stagione (Sky e Mediaset si erano fermate a 830), ma l’intermediario spagnolo si è visto bocciare il bando di rivendita dal Tribunale di Milano e, aspettando il reclamo del 7 giugno, non ha fornito le garanzie finanziarie richieste. Come riporta “La Gazzetta dello Sport”, i presidenti del massimo campionato sono divisi: da un lato chi chiede la risoluzione del contratto con Mediapro per riprendersi i diritti e rivolgersi direttamente al mercato, dall’altro chi temporeggia in modo da non «consegnarsi» a una Sky sempre più dominus del panorama audiovisivo italiano.
Diritti tv, ipotesi scissione: le squadre potrebbero trattare singolarmente
Diritti tv Cairo: «A volte meglio avere un giorno in più, per prendere la decisione giusta»
A questa seconda schiera appartiene Urbano Cairo, che mercoledì si è astenuto col suo Torino assieme a Cagliari, Genoa, Milan e Udinese, con Chievo e Lazio assenti, mentre a favore della risoluzione (quorum a 12) hanno votato Atalanta, Bologna, Fiorentina, Inter, Juventus, Napoli, Roma, Sampdoria, Sassuolo e Spal. Ieri il patron granata ha parlato a margine del Giro d’Italia: «Quella dei diritti tv è una vicenda molto importante e delicata, dobbiamo fare le scelte giuste. Mi rendo conto che si debba fare rapidamente ma a volte ho imparato nelle mie attività imprenditoriali che è meglio avere un giorno in più, fare un approfondimento in più, in modo da prendere la decisione giusta. Per questo mi sono permesso nelle ultime assemblee di chiedere degli approfondimenti utili».
Diritti tv Cairo: «Faccio il tifo per una valorizzazione adeguata»
Nei giorni scorsi, proprio sulla tempistica, non avevano nascosto la loro insofferenza il commissario Malagò e il presidente designato Miccichè. Nell’ultima assemblea non sono mancati i confronti, anche molto accesi, come quello tra lo stesso Cairo e Miccichè, il cui legame è saldo e lontano nel tempo, come testimoniato dal fatto che il primo è presidente di Rcs e il secondo consigliere della stessa casa editrice. Ora il numero 1 del Torino puntualizza: «Non faccio il tifo per nessuno, faccio il tifo per una cosa sola che è la Lega e per il fatto che i diritti televisivi vengano valorizzati adeguatamente. Non ho nessun interesse che non sia l’interesse che ha il Torino come squadra di calcio per la sua quota di competenza dei diritti tv. La cosa che conta di più è arrivare a una decisione che sia quella giusta e che sia condivisa dalla grande maggioranza dei club. Ed è importante che si mantenga una certa concorrenza in chi acquista i diritti perché è la via per valorizzarli nella maniera più adeguata possibile».