Nella diatriba tra Sky e Javier Tebas si è inserita anche “La Gazzetta dello Sport”. Poiché l’intervista di Tebas alla quale l’emittente satellitare ha risposto è stata realizzata proprio dalla Rosea, il quotidiano ha voluto rispedire al mittente alcune accuse: «Il commento che Sky ha dedicato ieri a Javier Tebas e alla sua intervista su queste colonne merita qualche puntualizzazione. La polemica è il sale del giornalismo, la malizia gratuita va respinta al mittente», ha precisato.
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Gazzetta risponde a Sky: «La Rosea non fa da ufficio stampa a nessuno»
Il giornale ha poi spiegato come si siano susseguiti i fatti: «La Gazzetta ha pubblicato una conversazione con il presidente della Liga, non un suo “editoriale” contro Sky. Domande e risposte in cui Tebas non ha diffamato la pay tv, l’ha criticata che è cosa ben diversa. E’ una sua opinione e non necessariamente corrisponde alla nostra: pare superfluo ricordare che la Rosea non fa da ufficio stampa a nessuno né ha mai scritto sotto dettatura. La questione dei diritti televisivi è assai intricata e coinvolge interessi economici potenti».
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Gazzetta risponde a Sky: «Tebas candidato da una commissione»
Ciò che non è piaciuto al quotidiano, è l’accostamento malizioso di Cairo a Tebas: «Sky ha il sacrosanto diritto di replicare, anche duramente, alle parole di Tebas, ma l’accostamento iniziale a Urbano Cairo, “editore (anche della Gazzetta, n.d.r.) e presidente”, più che malizioso risulta francamente offensivo. La verità è che Cairo non ha “candidato” il manager spagnolo alla Lega di A per iniziativa personale. La selezione è frutto del lavoro di una commissione a cui hanno partecipato pure Napoli, Inter, Milan e Samp, e il prescelto risultava assai stimato dagli stessi vertici di Sky Italia. Se lo ha sostenuto pubblicamente non è certo in quanto “nemico” della media company di Murdoch ma come uomo di grandi risultati e riconosciuta capacità».
Gazzetta risponde a Sky: «La Spagna è avanti anni luce rispetto a noi»
In chiusura, un commento all’analisi di Sky sul calcio italiano: «Il contenuto di quella intervista può piacere o non piacere, ma l’analisi impietosa e appassionata del nostro calcio conferma che Tebas era l’uomo giusto per riformarlo dalle fondamenta, cosa di cui tutti i tifosi – tra cui molti abbonati di Sky – sentono urgente bisogno. E che la sua rinuncia è stata un’occasione perduta. Non è vero che i valori della Serie A e della Liga, anche nel campo dei diritti domestici, siano “vicini”: la demografia e la penetrazione della pay tv ci dicono che la Spagna è davanti a noi anni luce. E che la valorizzazione del calcio italiano ha margini assai ampi di miglioramento. Al netto delle opinioni e dei legittimi interessi, da questo dato tutti dobbiamo ripartire».