Non è un periodo facile per Espn, il canale televisivo sportivo per eccellenza negli Stati Uniti. La rete sta diventando un problema per Disney, che ne controlla l’80%. E chissà se a Bob Iger, presidente e amministratore delegato di Disney che, con l’acquisizione di Fox, è diventata di fatto anche l’azionista di riferimento di Sky Italia, saranno arrivate voci sulla querelle dei diritti tv della Serie A di calcio, e l’ipotesi, per Sky, di dover spendere più soldi rispetto al passato per assicurarsi le partite del triennio 2018-2021.
Crisi Espn, 10 milioni di abbonati in meno negli ultimi quattro anni
Come riporta “ItaliaOggi”, nella conference call con gli analisti, per presentare i risultati di Disney nel trimestre ottobre-dicembre 2017, Iger ha confermato il declino di Espn: calano ascolti, abbonati e la raccolta pubblicitaria. I conti invece tengono, soprattutto grazie alla rivendita dei diritti e alla riduzione dei costi di palinsesto.
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Dal 2013 al 2017 Espn ha perso circa 10 milioni di abbonati, scendendo sotto quota 90 milioni. È comunque una azienda che vale 50 miliardi di dollari, con ricavi 2017 pari a circa 15,4 miliardi di dollari, di cui circa il 60% arriva dalla vendita degli abbonamenti, e che produce ancora utili per gli azionisti Disney. Le prospettive, tuttavia, non sono esaltanti. Scenari incerti anche per Hulu, la piattaforma in streaming a pagamento di cui Disney controlla il 30% e per A+E Networks, di cui Disney controlla il 50%.
Crisi Espn, Iger pronto a lanciare un’offerta in streaming con il meglio del canale
Proprio per provare a trovare una via di uscita da tutte queste incertezze, Iger ha annunciato due importanti novità. Nella primavera di quest’anno sarà lanciata la nuova app Espn Plus, un’offerta in streaming del meglio di Espn a 4,99 dollari al mese, che Iger definisce «rivoluzionaria». Verso la fine del 2019, probabilmente integrando anche tutte le properties a seguito della acquisizione Fox, Disney lancerà poi un nuovo servizio in streaming brandizzato Disney e destinato a fare una concorrenza spietata nel mondo a Netflix e affini. Sarà però l’acquisizione di Fox, che al momento deve attendere gli ok delle varie authority,a dare la spinta decisiva alle nuove frontiere di Disney: «Avremo più possibilità sia produttive, sia di contenuti. E potremo diversificare meglio i nostri business anche da un punto di vista geografico», spiega Iger.