Flavio Cattaneo lascia Telecom Italia dopo appena 16 mesi con una maxi-buonuscita da 25 milioni di euro lordi, compresi 2,1 milioni per patto di non concorrenza. Lo ha deciso il consiglio di amministrazione della compagnia telefonica, riunitosi ieri, per l’approvazione della «risoluzione consensuale» del contratto dell’amministratore delegato.
La decisione, che fa di Cattaneo il manager più pagato in relazione alla permanenza in azienda, è arrivata con «il parere non favorevole» ancorché «non vincolante» del collegio sindacale (presidente Roberto Capone, Ugo Rock, Paola Maria Maiorana, Gianluca Ponzellini e Vincenzo Cariello) per l’entità della cifra.
Ma anche il consiglio di amministrazione si è spaccato, visto che la delibera è stata approvata «a maggioranza», come specifica la nota diffusa in serata alla fine della seduta (cui Cattaneo non ha partecipato) durata circa un’ora e mezza.
Il voto contrario è arrivato dai cinque consiglieri eletti dai fondi: Dario Vivarelli, Dario Frigerio, Francesca Cornelli, Lucia Calvosa, Ferruccio Borsani. Hanno votato a favore gli altri amministratori nominati dall’azionista di maggioranza relativa, il gruppo francese Vivendi, che di Tim ha il 23,9% ed esprime il presidente esecutivo, Arnauld de Puyfontaine (ceo Vivendi).
In realtà, come sottolinea Fabrizio Massaro sul Corriere della Sera, quello raggiunto ieri è stato un compromesso, non a caso nella nota si specifica che si tratta di un «accordo transattivo» (curato dai legali dello Studio Marchetti per Tim e da dagli avvocati Fabrizio Daverio e Giuseppe Lombardi per il manager) perché in base al contratto, Cattaneo avrebbe potuto ottenere fino a 50 milioni di euro.
La classifica delle liquidazioni d’oro
Il compenso di Cattaneo doppia di gran lunga l’altro maxi-assegno dei 2017, quello da 9,4 milioni di euro dell’ex a.d di Leonardo, Mauro Moretti, e consacra l’ex numero uno della Rai e di Terna (salutata nel 2012 con una buonuscita da 2,4 milioni) nell’Olimpo degli addii d’oro, alle spalle di Cesare Romiti (Fiat), Alessandro Profumo (Unicredit), Matteo Arpe (Capitalia) e Luca Cordero di Montenzemolo (Ferrari).
Cattaneo batte tutti però nella velocità, degna di Flash Gordon, con cui è riuscito a maturate il maxi-assegno: un 1 anno e 4 mesi di lavoro, grazie a un contratto generosissimo approvato, seppur a maggioranza, anche in assemblea.
Spalmata sui circa 486 giorni di lavoro, incluso Natale e le altre feste comandate, si tratta di circa 51.400 euro al giorno. Un record assoluto, su cui già si accumulano le polemiche e che non considera, tra l’altro, il ‘welcome bonus’ da 2,5 milioni ricevuto in occasione del suo ingresso in Tim.
Il carnet degli assegni milionari si era già rimpolpato nel 2016 con quelli staccati all’ex a.d di Unicredit, Federico Ghizzoni (9,5 milioni), a quello della stessa Telecom, Marco Patuano (6 milioni), di Ferrari, Amedeo Felisa (5,5 milioni) e di Snam, Carlo Malacarne (5,84 milioni), solo per citarne alcuni. Di seguito la top ten, aggiornata con l’ingresso di Cattaneo, dei divorzi d’orò di Piazza Affari.
MANAGER | AZIENDA | ANNI IN AZIENDA | BUONUSCITA |
Cesare Romiti | Fiat | 24 | 105,3 |
Alessandro Profumo | Unicredit | 12 | 40,4 |
Matteo Arpe | Capitalia | 7 | 37,4 |
Luca Montezemolo | Ferrari | 13 | 27 |
Flavio Cattaneo | TIM | 1 anno e 4 mesi | 25 |
Paolo Cantarella | Fiat | 24 | 20 |
Roberto Colaninno | Olivetti | 15 | 17 |
Cesare Geronzi | Generali | 1 | 16,7 |
Giovanni Bazoli | Intesa Sanpaolo | 25 | 15 |
Carlo Puri Negri | Pirelli Re | 20 | 14 |
Dati in milioni di euro al lordo delle imposte |