Strategia Vivendi in Italia, il calcio "grande opportunità, ma senza svenarsi"

Incontrando informalmente a Roma un gruppo di giornalisti per illustrare le strategie di Vivendi in Italia, Arnaud de Puyfontaine, ceo di Vivendi e neo presidente di Telecom Italia, non si…

Lazio - Bayer Leverkusen

Incontrando informalmente a Roma un gruppo di giornalisti per illustrare le strategie di Vivendi in Italia, Arnaud de Puyfontaine, ceo di Vivendi e neo presidente di Telecom Italia, non si sottrae a nessuna domanda ed affronta tutti i punti. Tra questi i tifosi (in qualità di consumatori ed abbonati alle pay tv) attendono soprattutto di conoscere gli orientamenti in materia di diritti tv.

E tra le scelte da fare in fretta c’è la questione dei diritti del calcio in Tv, sia in Italia che in Europa per la Champions league. De Puyfontaine è convinto che quella del calcio sia una grande opportunità, ma da cogliere senza svenarsi. «British Telecom – come riporta oggi MF Milano Finanza in un articolo di Antonio Satta – ha investito un sacco di soldi sul calcio e adesso è sotto pressione, perché il modello di business non è sostenibile rispetto a quei costi. Se paghi troppo o se non sai che cosa farci, hai perso. Se invece paghi il prezzo giusto, e fai fruttare quello che hai comprato, hai vinto».

Arnaud de Puyfontaine, ceo di Vivendi e neo presidente di Telecom Italia, ha già cominciato a studiare l’italiano e alla domanda cruciale su chi comanda ora nel gruppo telefonico, lui o l’amministratore delegato, risponde secco «entrambi», per poi aggiungere subito «è chiarissimo che Flavio Cattaneo è il capo dell’azienda, è il ceo. Ma il lavoro comune tra l’ad e un presidente esecutivo è la combinazione vincente per prendere sempre le decisioni migliori».

Vivendi, primo socio del gruppo con il 24,9% è convinta invece che Telecom possa tornare a essere grande. «È in marcia, per usare una frase che in Francia ha avuto successo. E noi portiamo visione, decisioni strategiche, convergenza, il capitale e la volontà di fare di nuovo di Tim un’azienda leader a livello mondiale, certamente il numero uno in Italia. Intendiamo sviluppare infrastrutture e investimenti per avere un’azienda iconica di grande successo. Muovendoci insieme possiamo battere tutti sul tempo. Perché il tempo è importantissimo e dobbiamo muoverci in fretta».

La velocità è una costante dei ragionamenti di de Puyfontaine, ed è al centro anche della contesa con l’AgCom sull’intreccio creatosi a causa della partecipazione di Vivendi in Mediaset. Con l’autorità per le comunicazioni ci sarà un incontro a breve, mentre va avanti comunque il ricorso al Tar e se necessario anche a Bruxelles. A questo proposito il ceo di Vivendi confida nella possibilità di convincere l’AgCom e se necessario è pronto anche al confronto con la Consob. «Il mondo sta cambiando e l’evoluzione delle tecnologie mobili, la struttura del mercato, sono anch’esse in mutamento continuo, la definizione stessa del cosiddetto mercato di riferimento è estremamente complessa. Ma se disgraziatamente non dovessimo vincere, abbiamo altre opzioni disponibili».

Ma se dovessero congelare i voti sopra il 10%? A questa domanda de Puyfontaine non vuole rispondere: «Aspettate che presenti la mia posizione ufficiale ad Agcom. In ogni caso viviamo in un mondo in cui occorre avere l’expertise delle decisioni prese al volo, e io sono capace di decisioni molto rapide».